Con stile vivace e persuasivo
Montesquieu sottolinea quanto sia grande l'influenza del clima sul carattere
dei popoli, introducendo in questo modo elementi di “discriminazione razziale”.
Ch.-L. de Montesquieu, Lo
spirito delle leggi, XIV, 1-2; XVII, 2; XVIII, 1, 2, 4
Se è vero che il carattere
spirituale e le passioni sono estremamente diverse nei diversi climi, le leggi
avranno da essere relative alla differenza di tali passioni e di tali
caratteri. [...]
Nei climi freddi si ha dunque
maggior vigore. [...] Questa maggior forza non può non produrre svariati
effetti: per esempio maggior confidenza in se stessi, cioè maggior coraggio;
consapevolezza della propria superiorità, cioè minor desiderio di vendetta; maggior
senso di sicurezza, cioè piú franchezza, meno sospetti e meno intrighi
politici. Essa produrrà inoltre caratteri diversi e tipici. Si immagini un uomo
racchiuso in un luogo caldo: egli soffrirà, per ciò stesso, di grande
prostrazione. Se, in tale circostanza, gli si propone una azione coraggiosa, ne
sarà tutt'altro che entusiasta; per la sua attuale debolezza, la sua anima sarà
invasa dallo scoraggiamento; egli avrà paura di tutto, avrà la sensazione di
non potere nulla. I popoli dei paesi caldi sono vili come lo sono i vecchi;
quelli dei paesi freddi coraggiosi come i giovani. [...]
Nei paesi freddi si avrà scarsa
sensibilità per i piaceri; essa sarà maggiore nei paesi temperati, estrema nei
paesi caldi. Cosí come si distinguono i climi mediante i gradi di latitudine,
li si potrebbe anche distinguere, per cosí dire, mediante i gradi della
sensibilità. [...]
Nei climi nordici troverete
popoli che hanno pochi vizi e molte virtú, grande franchezza e sincerità.
Avvicinatevi al mezzogiorno, e avrete l'impressione di allontanarvi dalla
morale stessa: passioni piú vive moltiplicheranno i delitti; ciascuno cercherà
di prevalere sugli altri per dare piú libero sfogo a queste stesse passioni.
Nei paesi temperati troverete invece popoli incostanti nel loro comportamento,
sia nei loro vizi che nelle loro virtú; il clima non è sufficientemente
caratterizzato per poter determinare con maggior precisione i loro caratteri.
Il calore in certi climi può
essere cosí eccessivo da privare totalmente il corpo della sua forza. La
fiacchezza si comunicherà allora allo spirito stesso; non si avrà piú alcuna
curiosità, alcun desiderio di nobili imprese, alcun sentimento generoso; le
inclinazioni saranno tutte passive; la felicità sarà identificata con la
pigrizia [...].
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1968, vol. XIV, pag. 509)