MONTESQUIEU, DEL PRINCIPIO DELLA DEMOCRAZIA

Non ci vuole molta probità perché un governo monarchico o un governo dispotico si mantenga o si sostenga. La forza delle leggi nell'uno, il braccio del principe sempre alzato nell'altro, regolano e tengono a freno tutto. Ma in uno stato popolare ci vuole una molla di più, che è la VIRTU'. Quello che dico è confermato dall'intero complesso della storia, ed è pienamente conforme alla natura delle cose. Poiché è chiaro che in una monarchia, dove chi fa eseguire le leggi si giudica al di sopra delle leggi stesse, si ha minor bisogno di virtù che in un governo popolare, dove chi fa eseguire le leggi sente di esservi sottomesso lui stesso e di portarne il peso. t chiaro altresì che il monarca il quale, perché mal consigliato o per negligenza, cessa di far eseguire le leggi, può facilmente rimediare al male: basta che cambi il Consiglio, o si corregga al punto di questa negligenza. Ma quando, in un governo popolare, le leggi hanno cessato d'esser messe in esecuzione, siccome ciò non può dipendere che dalla corruzione della repubblica,lo Stato è già perduto.

(Montesquieu, “Lo spirito delle leggi”, III, cap. 3)