E nel governo repubblicano che si ha bisogno di tutta la potenza dell'educazione. Negli Stati dispotici la paura nasce da sola tra le minacce e le punizioni; l'onore delle monarchie è favorito dalle passioni e le favorisce a sua volta; ma la virtù politica è una rinuncia a sé, cosa che è sempre molto penosa. Si può definire questa virtù l'amore delle leggi e della patria. Quest'amore, richiedendo una preferenza continua verso l'interesse pubblico in confronto al proprio, conferisce tutte le virtù particolari: esse non sono altro che tale preferenza. Quest'amore è particolarmente legato alle democrazie. Soltanto in esse il governo è affidato ad ogni cittadino. Orbene, il governo è come tutte le cose di questo mondo: per conservarlo, bisogna amarlo. Non si è mai udito dire che i re non amassero la monarchia e che i despoti non amassero il dispotismo. Tutto dipende perciò dallo stabilire quest'amore nella repubblica; e l'educazione deve essere appunto sollecita a ispirarlo. Ma perché i fanciulli possano provarlo, v'è un mezzo sicuro: e cioè che i padri lo provino essi stessi. D'ordinario , si è padroni di trasmettere ai propri figli le proprie cognizioni; lo si è ancor più di trasmetter loro le proprie passioni.
(Montesquieu, “Lo spirito delle leggi”, IV, cap. 4)