Otto E. Neugebauer è uno dei massimi esperti di storia
della matematica e dell’astronomia, in particolare per quanto riguarda
l’antichità. Dalle poche righe che seguono emergono da un lato la difficoltà
che gli studiosi dei nostri giorni hanno nel ricostruire le origini
dell’astronomia e dall’altro l’enorme importanza avuta dall’opera di Tolomeo:
un’opera che ha oscurato per secoli altre ipotesi e altre teorie sulla
struttura del cosmo che pure erano presenti fin dall’antichità, molte di tipo
eliocentrico. Infatti quando Copernico, dopo avere elaborato una nuova teoria
che sconfessa il geocentrismo aristotelico e tolemaico, dedica la sua opera al
papa Paolo III ricorda quanti nel passato avevano già sostenuto
l’eliocentrismo.
Qualsiasi tentativo di ricostruire le origini della matematica e
dell’astronomia ellenistiche deve fare i conti con il fatto che gli Elementi
di Euclide e l’Almagesto di Tolomeo riducessero tutti i loro antecedenti
a oggetti di mero “interesse storico” con scarse possibilità di sopravvivenza.
Come scrisse una volta Hilbert, l’importanza di un’opera scientifica può essere
misurata dal numero di pubblicazioni precedenti di cui rende superflua la
lettura.
Poiché l’opera di Euclide risale a poco piú di un secolo dopo l’inizio
della matematica scientifica, è stato piú facile ricostruirne la preistoria di
quanto non lo sia per l’astronomia. Il fatto che Euclide risalga a un’epoca
piuttosto antica (300 a.C. circa) lascia spazio a due o piú secoli di intensi
sviluppi realizzati da uomini come Archimede e Apollonio. Tolomeo, nel 150
d.C., vive quasi alla fine dell’età ellenistica, e la sua opera abbraccia
praticamente tutti i risultati astronomici che potevano essere raggiunti con i
metodi matematici dell’Antichità. Una analisi accurata dell’opera di Euclide,
eseguita sulla base di considerazioni puramente matematiche, ha fornito
informazioni preziose sulle principali fasi precedenti che ne costituirono le
basi. L’opera di Tolomeo si occupa esclusivamente della descrizione di un
metodo unificato per la rappresentazione dei fenomeni celesti. Sulla base dell’Almagesto
non potremmo farci alcuna idea circa l’esistenza di metodi totalmente diversi,
di origine sia greca sia orientale, che precedettero l’Almagesto e
qualche volta addirittura gli sopravvissero.
Infine va tenuto presente che gli Elementi di Euclide concernono,
a parte pochissime eccezioni, uno sviluppo puramente greco in una direzione
nettamente definita. L’astronomia di Tolomeo si fonda, probabilmente, in grande
misura su risultati raggiunti 300 anni prima da Ipparco, il quale a sua volta
aveva subito l’influenza di idee sia greche sia babilonesi.
(O. Neugebauer, Le scienze esatte
nell’Antichità, Feltrinelli, Milano, 1974, pag. 176-177)