Per
Neurath un empirista genuino evita tutti gli assolutismi e combatte lo “spirito
di sistema”. Meglio perciò usare l’idea di enciclopedia per indicare il
modello scientifico.
O. Neurath, Die
Enzyklopädie als “Modell”, in Gesammelte philosophische und
methodologische Schriften, Wien, 1981, pagg. 725-728, trad. di F. Fistetti
La tendenza a costruire un sistema dotato di valore assoluto è un pericolo che minaccia anche l'Empirismo logico. Dal fatto che in qualche particolare disciplina sia possibile dare a una teoria la forma di un sistema di enunciati non segue che ci sia una qualsiasi ragione di considerare la totalità degli enunciati con cui si può avere a che fare come se in qualche modo fossero l'inizio di un sistema definito e completo. Propongo di non usare piú il termine “il sistema della scienza” o altri termini analoghi; e di evitare, allo stesso modo, tutte le espressioni che possano essere di sostegno all’“assolutismo del sistema”. Non dovremmo mai dire che certe formule sono “incrollabili”, “definitivamente libere da contraddizioni”, “assolutamente vere”, né che esse “approssimano” sempre piú un tale stato, come se questo stato fosse una cosa determinata o determinabile. Lo scopo delle pagine seguenti è mostrare che possiamo sempre partire dal nostro linguaggio ordinario, cioè dagli enunciati ordinari di media generalità, e riferire il nostro lavoro scientifico a questo punto di partenza. Tutti i tentativi di raggiungere una maggiore certezza si scontrano con difficoltà ben note che si presentano sempre quando si usano espressioni come “il mondo reale” o “l'immediatamente dato come base della discussione.
Noi rimarremo fedeli al nostro programma di “sviluppare un atteggiamento empirista generale” riferendoci sempre, in tutte le nostre considerazioni sulla scienza, a enunciati usati da un determinato gruppo di uomini in una certa epoca, per esempio gli scienziati dell'epoca in questione. In un primo momento ci troviamo alla presenza di una moltitudine di enunciati piuttosto imprecisi e scarsamente coerenti tra loro; vediamo che sistematizzazioni di una certa rilevanza vengono realizzate soltanto in casi particolari, specialmente in fisica. (Proprio queste costruzioni deduttive chiuse in se stesse costituiscono ciò che comunemente viene chiamato un sistema). Se dall'insieme degli enunciati d'uso comune vogliamo prendere una sezione che esprima bene il carattere di questo aggregato, arriveremo all'enciclopedia come “modello”, che contiene inevitabilmente enunciati precisi, altri meno precisi e diversi gruppi di enunciati piú o meno coerenti.
Per un sostenitore dell'atteggiamento empirista è assurdo parlare di un sistema unico e totale della scienza. Egli deve pensare al suo lavoro come tendente alla precisione e alla sistematizzazione all’interno di un quadro sempre variabile, quello di un’enciclopedia. Ciò che noi chiamiamo “enciclopedia” non è altro, ci sembra, che un assemblaggio provvisorio di conoscenze, non qualcosa di ancora incompleto, ma la totalità del materiale scientifico di cui disponiamo attualmente. Il futuro produrrà nuove enciclopedie che forse si contrapporranno alle nostre; ma per noi non ha alcun senso parlare dell’“enciclopedia completa” che potrebbe servire da “unità di misura” per valutare il grado di perfezione delle enciclopedie storicamente date. Il modello della scienza non è assolutamente una enciclopedia unica e privilegiata; piuttosto abbiamo a che fare con enciclopedie, ognuna delle quali è un modello della scienza, e una delle quali è utilizzata in un determinato periodo. Il cammino della scienza procede da enciclopedie a enciclopedie. Questa è la concezione che chiamiamo enciclopedismo.
Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991,
vol. II, pagg. 113-114