Nietzsche, Il vero filosofo

L’“operaio della filosofia ha il compito di “accertare e ridurre in formule”. Di questo tipo sono stati in realtà Kant e Hegel. I veri filosofi hanno invece il compito di comandare e legiferare; la loro è “volontà di potenza”.

 

F. Nietzsche, Al di là del bene e del male

 

211. Insisto nel dire che si cessi finalmente dallo scambiare per filosofi gli operai della filosofia e soprattutto gli uomini di scienza – e che proprio su questo punto si dia rigorosamente “a ognuno il suo”, e non già troppo a questi, troppo poco a quelli. Può darsi che per l’educazione del vero filosofo sia necessario che anche lui si sia arrestato una volta su tutti questi gradini ai quali i suoi servitori, gli operai scientifici della filosofia, restano inchiodati – devono restare inchiodati; forse deve essere stato anche lui un critico e uno scettico e un dogmatico e uno storico, e oltre a ciò un poeta e un raccoglitore e un viaggiatore e un divinatore di enigmi e un moralista e un veggente e un “libero spirito”, quasi ogni cosa, per percorrere la cerchia dei valori e dei sentimenti di valore umani e per potere scrutare dall’alto verso ogni lontananza, dagli abissi verso ogni altitudine, dal cantuccio verso ogni orizzonte. Ma tutte queste sono soltanto condizioni preliminari del suo compito: questo stesso compito vuole qualcosa di diverso – esige che egli crei dei valori. Quegli operai della filosofia, conformi al nobile modello di Kant e Hegel, devono accertare e ridurre in formule qualsiasi ampia fattispecie di valutazioni – vale a dire di antiche determinazioni di valori, creazioni di valori, che sono diventate dominanti e che per un certo tratto di tempo hanno assunto il nome di “verità” – sia nel campo della logica che in quello della politica (morale) e dell’arte. Spetta a questi investigatori rendere perspicuo, ben ponderato, palpabile, maneggevole tutto quanto sino a oggi è accaduto ed è stato oggetto di valutazione; abbreviare ogni lunghezza, anzi il “tempo” stesso, e soggiogare l’intero passato: un compito sterminato e meraviglioso, al servizio del quale ogni sottile orgoglio, ogni tenace volontà può senz’altro trovare il proprio soddisfacimento. Ma i veri filosofi sono coloro che comandano e legiferano: essi affermano “cosí deve essere!”, essi determinano in primo luogo il “dove” e l’“a che scopo” degli uomini e cosí facendo dispongono del lavoro preparatorio di tutti gli operai della filosofia, di tutti i soggiogatori del passato – essi protendono verso l’avvenire la loro mano creatrice e tutto quanto è ed è stato diventa per essi mezzo, strumento, martello. Il loro “conoscere” è creare, il loro creare è una legislazione, la loro volontà di verità è – volontà di potenza. – Esistono oggi tali filosofi? Sono già esistiti tali filosofi? Non devono forse esistere tali filosofi?

 

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1976, vol. XXV, pagg. 330-331