Nietzsche, Socrate medico ammalato

Friedrich Nietzsche nelle sue opere ha fatto costantemente riferimento a Socrate: per lui il filosofo greco rappresenta l’inizio e il fondamento della decadenza della cultura occidentale. Decadenza è, secondo Nietzsche, il ricorso costante ed esclusivo alla ragione, il rifiuto di tutto ciò che nell’uomo è istinto e vita, la fiducia nell’esistenza e nella conoscibilità di una Verità certa e immutabile e quindi nella possibilità per l’uomo di dominare la realtà attraverso la sapienza e la scienza. In questo senso Socrate sarebbe responsabile non solo di tutta la filosofia metafisica, ma anche dell’atteggiamento illuministico della scienza moderna che, per Nietzsche, ha portato al massimo degrado la civiltà occidentale. Contro i mali che affliggevano la società del suo tempo (e l’umanità) Socrate si pose come medico: ma dovette constatare che egli stesso era ammalato e che l’unico vero medico era la morte. Nietzsche fa riferimento esplicito alle ultime parole di Socrate, riportate da Platone nel Fedone.

 

11    Ho spiegato in che modo Socrate affascinava: sembrava un medico, un salvatore. È necessario dimostrare ancora l’errore insito nella sua fede, nella “razionalità ad ogni costo”? – È un autoinganno da parte dei filosofi e moralisti credere di essere già usciti dalla décadence solo facendo guerra contro di essa. L’uscirne fuori va oltre le loro forze: quel che scelgono come mezzo, come salvezza, è esso stesso un’altra espressione di décadence, – essi trasformano la sua espressione, ma da soli non la eliminano. Socrate fu un equivoco; tutta la morale del miglioramento, anche quella cristiana fu un equivoco ... La piú viva luce del giorno, la razionalità ad ogni costo, la vita luminosa, fredda, cauta, cosciente, senza istinto, in contrapposizione agli istinti, fu essa stessa soltanto una malattia, un’altra malattia – e non fu assolutamente un ritorno alla “virtú”, alla “salute”. alla “felicità” ... Dover combattere gli istinti – questa è la formula della décadence: sino a che la vita si innalza, felicità e istinto sono uguali.

12    – Ha forse compreso anche questo, il piú accorto tra tutti gli ingannatori di sé? Lo disse a se stesso alla fine, nella saggezza del suo coraggio di fronte alla morte? ... Socrate volle morire: – non Atene ma egli stesso si diede la coppa di veleno, egli costrinse Atene a dargli la coppa avvelenata ... “Socrate non è un medico”, disse piano tra sé e sé: “qui il medico è solo la morte ... Socrate fu soltanto per lungo tempo malato ...”.

 

(F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli ovvero Come fare filosofia col martello, trad. di C. Zuin, Zanichelli, Bologna, 1966, pag. 61)