NEWTON, LA NATURA DEI COLORI

 

Vi informerò senza altre cerimonie che all'inizio dell'anno 1666 (tempo durante il quale mi applicavo alla molatura di lenti in forme diverse dalla sferica) mi procurai un prisma triangolare di vetro per fare con esso esperimenti sui famosi fenomeni dei colori. (...)Capito questo, misi da parte il mio predetto lavoro di molatura delle lenti. Rilevavo, infatti che il perfezionamento dei telescopi era stato fin qui limitato non tanto dalla mancanza di lenti correttamente formate (la qual cosa tutti hanno fin qui supposto) secondo le prescrizioni degli autori di ottica, quanto dal fatto che la luce stessa è una mescolanza eterogenea di raggi diversamente rifrangibili. Sicché, anche se una lente fosse così esattamente formata da raccogliere qualsiasi genere di raggi in un solo punto, essa non potrebbe raccogliere nel medesimo punto anche quelli che cadendo con la medesima incidenza sul medesimo mezzo sono atti a subire una differente rifrazione.

 

(Isaac Newton, Nuova teoria sulla luce e sui colori )