NIETZSCHE, SAPER CONTRADDIRE

Imparare a contraddire come "avvertimento circa l'ingiustizia", come garanzia di validità di ciò che viene preso per buono e consacrato dalla consuetudine. Tratto da "La gaia scienza".

297. Saper contraddire. Ognuno sa oggi che saper sopportare la contraddizione costituisce un elevato segno di cultura. Alcuni sanno perfino che l'uomo superiore desidera ed evoca contro se stesso la contraddizione, per avere un avvertimento circa la sua ingiustizia, restatagli fino allora sconosciuta. Ma il saper contraddire, la buona coscienza conseguita nell'ostilità contro il consueto, il tramandato, il consacrato: tutto ciò è più di queste due cose ed è propriamente l'aspetto grande, nuovo, sorprendente della nostra cultura, il passo innanzi, se mai un altro, di uno spirito che sia giunto alla sua liberazione: chi sa questo?

(F. Nietzsche, Idilli di Messina, La gaia scienza, Scelta di frammenti postumi 1881-1882, pag. 166, testo critico di G. Colli e M. Montanari, Mondadori, 1965)