NIETZSCHE, PER LA TEORIA DEL SENTIMENTO DI POTENZA

Un brano degli "Idilli di Messina" in cui Nietzsche abbozza una trasposizione sul piano etico del concetto di "potenza".

13. Per la teoria del sentimento di potenza. Facendo del bene o del male si esercita la propria potenza sugli altri: altro non si vuole che questo! Facendo del male a quei tali cui dobbiamo far sentire prima di tutto la nostra potenza: a questo fine, infatti, il dolore è uno strumento molto più sensibile del piacere: il dolore si pone sempre il problema della causa, mentre il piacere tende ad arrestarsi a se stesso e a non guardarsi indietro. Facendo del bene o volendo bene a coloro che in qualche modo già dipendono da noi (vale a dire, sono abituati a pensare a noi, come loro cause): noi vogliamo aumentare la loro potenza poiché così aumentiamo la nostra, ovvero vogliamo mostrare loro il vantaggio che si ha nel restare in nostro potere - in tal modo essi saranno più contenti della loro situazione e più ostili e pugnaci contro i nemici della nostra potenza. [...]

(F. Nietzsche, Idilli di Messina, La gaia scienza, Scelta di frammenti postumi 1881-1882, pag. 48, testo critico di G. Colli e M. Montanari, Mondadori, 1965)