L'incanto (e il disincanto) che suscitano le donne nell'uomo, tratto da un frammento degli "Idilli di Messina". Curioso come il filosofo della negazione del rimedio, la negazione del distacco che la ragione opera sui sensi, predichi comunque il distacco dall'essere più sensuale: la donna.
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Le donne e il loro effetto a distanza. [...] Si direbbe che il tumulto di
questo luogo mi abbia messo addosso delle fantasticherie! Ogni gran tumulto
fa sì che riponiamo la felicità nel silenzio e nella lontananza. Se un uomo
sta in mezzo al suo tumulto, in mezzo alla sua risacca di sortite e
progetti, ecco che vede passar scivolando, sotto i suoi occhi, placidi, incantevoli
esseri, di cui anela la beatitudine e il ritiro: sono le donne. E'
quasi sul punto di credere che laggiù presso le donne dimori il suo se stesso
migliore: in quei taciti luoghi, anche la più tumultuosa risacca diventerebbe
un silenzio di morte e la vita stessa un sogno al di sopra della vita. Eppure!
Eppure! Mio nobile sognatore, anche sul veliero più bello c'è molta gazzarra
e tumulto e anche, purtroppo, un bel po' di piccolo, miserabile tumulto! L'incanto
e il più potente effetto delle donne è, per usare un linguaggio del filosofo,
un effetto a distanza, una actio in distans: ma ci vuole appunto -
in primo luogo e soprattutto - distanza!
(F. Nietzsche, Idilli di Messina, La gaia scienza, Scelta di frammenti postumi
1881-1882, pag. 80, testo critico di G. Colli e M. Montanari, Mondadori, 1965)