NIETZSCHE, SACRIFICARE DIO PER IL NULLA

La religione pretende sacrifici: anticamente i sacrifici umani, nel medio evo il sacrificio della vitalità, modernamente sacrificare Dio stesso in nome del nulla, nuova religione dell'uomo.

"55. Esiste una grande scala, con molti piuoli, della crudeltà religiosa; ma tre di essi sono i più importanti. Un tempo si sacrificava al proprio Dio esseri umani, forse proprio quelli che si amava di più - a questo caso appartengono i sacrifici dei primi nati, caratteristici di tutte le religioni preistoriche, e anche il sacrificio dell'imperatore Tiberio nella grotta di Mitra sull'isola di Capri, il più orribile di tutti gli anacronismi romani. In seguito, nell'epoca morale dell'umanità, si sacrificò al proprio Dio gli istinti più forti che si possedeva, la propria "natura"; è questa gioia di festa a lampeggiare nell'occhio crudele dell'asceta, dell'uomo fanaticamente "contronatura". E infine, che cosa restava ancora da sacrificare? Non si doveva finalmente sacrificare una buona volta tutto ciò che v'è di confortante, di sacro, di risanante, ogni speranza, ogni fede in una occulta armonia, in beatitudini e giustizie di là da venire? Non si doveva sacrificare Dio stesso e, per crudeltà contro se stessi, adorare la pietra, la stupidità, la pensantezza, il destino, il nulla? Sacrificare Dio per il nulla - questo paradossale mistero dell'estrema crudeltà fu riservato alla generazione che proprio ora sta sorgendo: noi tutti ne sappiamo già qualcosa. -"

(F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, edizione Adelphi, pag. 61, versione di Ferruccio Masini)