Paolo, L’opposizione fra il Vangelo e la sapienza umana

Paolo di Tarso in questo passo della Prima epistola ai Corinzi contrappone alla filosofia – e alla sapienza umana in generale – la Verità rivelata da Dio. Le due forme di conoscenza sono inconciliabili e appaiono l’una follia davanti all’altra. Le parole di Paolo saranno oggetto di una costante analisi all’interno del pensiero cristiano: esse pongono infatti il problema, su cui la discussione è ancora aperta, della conciliabilità o meno tra fede e ragione.

 

Prima epistola ai Corinzi, I, 17-31

 

1      Cristo non mi ha inviato per l’immersione [a battezzare] ma per l’Evangelo, né con linguaggio (lógos) sapiente, per non svuotare la croce di Cristo.

2      Il linguaggio della croce infatti per coloro che si perdono è follia (moría), ma per coloro che si salvano, per noi, è potenza divina. Sta scritto infatti:

 

         Farò perire la sapienza dei sapienti

         e abolirò l’intelligenza degli intelligenti.

 

3      Dove è il sapiente (sophós), dove è il dotto (grammateús)? dove il dialettico di questo tempo? Dio non ha reso follia la sapienza (sophía) del mondo? Secondo la sapienza di Dio, il mondo non conobbe Dio con la sapienza; quindi Dio si compiacque di salvare i credenti con la follia del suo messaggio. I Giudei cercano segnali, i Greci una sapienza, e il nostro messaggio è Cristo crocifisso, insidia per i Giudei, follia per i Gentili; mentre per i chiamati, siano Giudei o Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, poiché la follia di Dio è piú sapiente degli uomini, e la debolezza di Dio piú forte degli uomini.

4      Guardate, o fratelli, alla vostra chiamata: non molti i sapienti secondo la carne, non molti i potenti, non molti i nobili. Al contrario Dio scelse la porzione folle del mondo per svergognare i sapienti; e Dio scelse la porzione debole del mondo per svergognare la forte; e Dio scelse la porzione ignobile del mondo, e la spregiata, e il nulla (tà mè ónta) per dissolvere l’esistente (tà ónta), affinché nessuna carne si vanti innanzi a Dio. Per opera sua voi siete in Cristo Gesú, il quale divenne per grazia di Dio sapienza per noi, e giustizia e santificazione e riscatto, affinché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore.

 

(San Paolo, Le Lettere, Einaudi, Torino, 1990, pag. 61)