Secondo Pascal la teologia razionale è inutile perché “la
ragione si lascia piegare da ogni verso”: le prove razionali convincono
soltanto chi è già convinto; sugli altri al massimo suscitano curiosità. Il Dio
cristiano è un Deus absconditus, un “Dio nascosto” (Isaia, XLV,
15).
B. Pascal, Pensieri S. 106,
107; B. 561, 242
106. Ci sono due maniere di persuadere delle Verità della nostra religione: l'una, con la forza della ragione; l'altra, per mezzo dell'autorità di chi insegna.
Ci si serve non di quest'ultima, bensí della prima. Non si
dice: “Bisogna credere questo, perché la Scrittura, che lo afferma, è
divina”, ma che bisogna crederlo per la tale o tal altra ragione: tutti
argomenti assai deboli, perché la ragione si lascia piegare per ogni verso.
107. Prefazione della seconda parte. Parlare di coloro che si sono occupati di questa materia.
Considero con stupore con quale ardire costoro si accingono
a parlare di Dio. Rivolgendosi con i loro discorsi agli increduli, cominciano
con il provare la divinità per mezzo delle opere della natura. Non stupirei del
loro modo di procedere se rivolgessero i loro discorsi ai credenti, perché è
certo [che coloro] che han viva la fede nel cuore vedono súbito che tutto quanto
esiste è opera del Dio che adorano. Ma per coloro in cui quella luce è spenta,
e si mira a farla rivivere, per quelle persone prive di fede e di grazia, che,
pur impiegando tutta la loro intelligenza a cercare tutto quanto nella natura
può condurli a tale conoscenza, ci trovano soltanto oscurità e tenebre; dir
loro che basta guardarsi intorno per scorgere chiaramente in ogni minima cosa
Dio, e addurre, per tutta prova di cosí grande e importante argomento, il corso
della Luna e dei pianeti, e pretendere di aver con questo discorso assolto il
proprio assunto, questo è dar loro motivo di credere che le prove della nostra
religione sian molto deboli. E, infatti, ragionamento ed esperienza m'insegnano
che nulla è piú atto a fargliela prendere in dispregio.
Non cosí parla delle cose di Dio la Sacra Scrittura,
che pur le conosce molto meglio. Essa dice, anzi, che Dio è un Dio nascosto; e
che, dopo la corruzione della natura, ha lasciato gli uomini in un accecamento
da cui posson uscire solo per opera di Gesú Cristo: fuori del quale è
impossibile ogni comunicazione con Dio: “Nemo novit Patrem, nisi Filius, et
cui voluerit Filius revelare” [“Nessuno ha conosciuto il Padre se non il
Figlio e colui a cui il Figlio ha voluto rivelarlo”] (Mt., XI, 27).
È quel che c'insegna la Scrittura, quando dice, in
tanti luoghi, che coloro i quali cercano Dio lo trovano. Non si parla di una
luce che sia come quella meridiana. Non si dice che coloro che cercano la luce
in pieno meriggio o l'acqua nel mare la troveranno. Bisogna, dunque, che
l'evidenza di Dio nella natura non sia di tal sorta. Cosí, la Scrittura
dice altrove: “Vere tu es Deus absconditus” [“In vero tu sei un Dio
nascosto”].
(B. Pascal, Pensieri, a cura di P. Serini, Einaudi,
Torino, 1967, pagg. 39-41)