L’argomento ha attratto l’interesse
dei filosofi sia nel secolo scorso, sia in questo. In realtà sembra che Platone
nel delineare il modello del regime perfetto si sia ispirato a quello spartano,
che allora godeva di grande favore sia per la compattezza sociale, che tutta la
Grecia invidiava a Sparta, sia perché questa città era uscita vincitrice dallo
scontro trentennale con Atene.
Repubblica, 416d-417b
[416 d] [...] prima di
tutto nessuno deve avere sostanze personali, a meno che non ce ne sia necessità
assoluta; nessuno deve poi disporre di un’abitazione o di una dispensa cui non
possa accedere chiunque lo voglia. Riguardo alla quantità di provviste
occorrenti ad atleti di guerra temperanti e coraggiosi, devono ricevere dagli
altri cittadini, dopo [e] averla determinata, una mercede per il
servizio di guardia, in misura né maggiore né minore del loro annuo fabbisogno.
Devono vivere in comune, frequentando mense collettive come se si trovassero al
campo. Per quello che concerne l’oro e l’argento, occorre dire loro che
nell’anima hanno sempre oro e argento divino, per dono degli dèi, e che non
hanno alcun bisogno di oro e argento umano; e che non è pio contaminare il
possesso dell’oro divino mescolandolo a quello dell’oro mortale: perché
numerose sono [417 a] le empietà che si sono prodotte a causa della
moneta volgare, mentre integra resta quella che portano entro di loro. Anzi a
essi soli tra i cittadini del nostro stato non è concesso di maneggiare e di
toccare oro ed argento, e di entrare sotto quel medesimo tetto che ne ricopra;
né di portarli attorno sulla propria persona né di bere da coppe d’argento o
d’oro. E cosí potranno salvarsi e salvare lo stato. Quando però s’acquisteranno
personalmente terra, case e monete, invece di essere guardiani, saranno
amministratori [b] e agricoltori; e diventeranno padroni odiosi anziché
alleati degli altri cittadini. E cosí condurranno tutta la loro vita odiando e
odiati, insidiando e insidiati, temendo molto piú spesso e molto di piú i
nemici interni che gli esterni; ed eccoli già correre sull’orlo della rovina,
essi e il resto dei cittadini. Per tutto ciò, continuai, diciamo pure che cosí
debbono essere organizzati i guardiani per quanto riguarda l’abitazione e gli
altri bisogni; e siano queste le nostre leggi. No? – Senza dubbio, rispose
Glaucone.
(Platone, Opere, vol. II, Laterza,
Bari, 1967, pagg. 239-240)