Plotino, La contemplazione

         La contemplazione, che nasce nell’estasi, cioè nella separazione dal “sogno corporeo”, si colloca al vertice delle possibilità dell’anima umana. Questa esperienza rende la riflessione del filosofo piena di stupore: come è possibile che l’anima sia stata costretta a dimorare nel corpo, che è di natura tanto diversa?

 

Enneadi, IV, 8, 1

 

         Spesso, destandomi a me stesso dal mio sogno corporeo e diventato estraneo a ogni altra cosa, io contemplo nel mio intimo una bellezza meravigliosa e credo, soprattutto allora, di appartenere a un piú alto destino; realizzando una vita migliore, unificato col Divino e fondato su di esso, io arrivo ad esercitare un’attività che mi pone al di sopra di ogni altro essere spirituale. Ma dopo questo riposo in seno al Divino, disceso dall’Intelligenza alla riflessione, io mi domando come sia possibile, ora, questa discesa e in qual modo l’anima abbia potuto entrare nel corpo, pur essendo in se stessa cosí come mi apparve, benché dimorante in un corpo. [...]

 

(Plotino, Enneadi, Rusconi, Milano, 1992, pag. 759)