A questa
domanda Polibio risponde che il merito risiede soprattutto nella costituzione
della città.
Storie, VI, 1, 3
1 Certamente qualcuno si domanderà come mai
proprio a questo punto interrompiamo la narrazione dei fatti per trattare della
costituzione romana: a me in realtà fin da principio questo è sembrato uno
degli argomenti piú importanti di tutte le Storie, come credo di aver
dimostrato in piú punti e particolarmente nell’introduzione, allorché ho detto
che per i lettori delle Storie il risultato piú piacevole e utile
sarebbe stato quello di apprendere come e sotto qual forma di governo i Romani
in soli sessantatré anni abbiano vinto e assoggettato quasi tutta la terra abitata,
fatto che mai si era verificato precedentemente. Stabilito questo, non ho
trovato circostanza piú adatta e opportuna della presente per trattare
dell’argomento che sto per affrontare. Le forme di governo debbono infatti
essere giudicate con lo stesso criterio al quale si ricorre per distinguere
nella vita privata le persone inette da quelle valenti; chi vuole giudicare
rettamente, non le esamina soltanto nei momenti di serenità e tranquillità, ma
nelle peripezie, nelle disgrazie e quindi nella prosperità e nei successi,
ritenendo che un uomo si possa giudicare provato solo quando abbia dimostrato
di poter sopportare magnanimamente e nobilmente i mutamenti radicali della
fortuna. Vedendo dunque che i rivolgimenti avvenuti ai nostri tempi nello stato
romano sono i piú gravi e completi che si possano immaginare, ho deciso di
trattare a questo punto della costituzione della città.
2 [...] La maggior parte di coloro che hanno
trattato di questi argomenti ci insegna che esistono tre forme di governo
chiamate rispettivamente regno, aristocrazia e democrazia. A costoro mi pare si
possa ben a ragione domandare se ritengano che queste siano le sole, o per
Giove, le migliori forme di governo, perché su entrambi questi punti mi sembra
non abbiano idee chiare. Evidentemente infatti la migliore forma di governo
comprende le caratteristiche di tutte e tre le forme sopra elencate, come
abbiamo sperimentato non a parole, ma coi fatti, poiché Licurgo ha organizzato
per il primo con questo criterio lo stato spartano.
(Polibio, Storie, Mondadori, Milano, 1970, vol. II, pagg. 92 e 93)