Popper ha sempre polemizzato con i filosofi del linguaggio,
i quali pretendono di imporre le loro conclusioni al linguaggio filosofico. In
questa lettura egli distingue quattro funzioni del linguaggio: argomentativa,
descrittiva, segnaletica ed espressiva.
K. R. Popper, L’io e il suo
cervello, vol. I, trad. it. di G. Minnini, Armando, Roma, 1981, pagg. 76-
79
Io credo che il fisicalista sia ostacolato anche nella
risoluzione di un altro problema: non può rendere giustizia, alle funzioni
superiori del linguaggio.
Questa critica del fisicalismo si collega all'analisi delle
funzioni del linguaggio che venne introdotta dal mio maestro, Karl Bühler. Egli
distinse tre funzioni del linguaggio: 1) la funzione espressiva; 2) la funzione
di segnalazione o di appello; 3) la funzione descrittiva. [...].Ho esaminato la
teoria di Bühler in varie occasioni e ho aggiunto alle sue tre funzioni una
quarta 4) la funzione argomentativa. Ora, io ho altrove dimostrato con vari
argomenti che il fisicalista è in grado di affrontare soltanto la prima e la
seconda di queste funzioni. Di conseguenza, se lo poniamo di fronte alle
funzioni descrittiva e argomentativa del linguaggio, il fisicalista vedrà
sempre soltanto le prime due (le quali peraltro sono sempre presenti), con
risultati disastrosi.
Per capire che cosa sia in discussione, è necessario
esaminare brevemente la teoria delle funzioni del linguaggio.
Nell’analisi bühleriana dell’atto del parlare si comincia
col differenziare tra il parlante (ovvero, come anche lo chiama Bühler,
l’emittente) e la persona a cui si parla, l’ascoltatore (o
il ricevente). In certi casi speciali (“degenerati”) il ricevente può
mancare oppure identificarsi con l'emittente. Le quattro funzioni qui prese in
esame [ce ne sono altre, quali il comando, l'esortazione, il consiglio – vedi
anche gli “enunciati performativi” di John Austin (1962)] si basano sulle
relazioni tra a) l'emittente, b) il ricevente, c)
alcuni altri oggetti o stati di cose che, nei casi degenerati, possono essere
identici ad a) o b). Elencherò in una tabella queste
funzioni visualizzando la collocazione delle funzioni inferiori (in basso) e di
quelle superiori (in alto).
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Funzioni |
Valori |
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(4) Funzione argomentativi |
Validità/Invalidità |
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(3) Funzione descrittiva |
Falsità |
uomo |
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Verità |
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Animali |
Forse le api |
(2) Funzione segnaletica |
Efficienza/Inefficienza |
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Piante |
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(1) Funzione espressiva |
Rivelare/Non rivelare |
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Su questa tabella si possono fare i seguenti commenti:
1) La funzione espressiva consiste nell'esprimere
all'esterno uno stato; in questo senso anche strumenti semplici come un
termometro o un semaforo “esprimono” il loro stato. Tuttavia, non soltanto gli
strumenti, ma anche gli animali (e talvolta le piante) esprimono il loro stato
interiore nel loro comportamento. E altrettanto fanno gli uomini, naturalmente.
Infatti, qualsiasi azione noi intraprendiamo, e non solo l'uso di un
linguaggio, è una forma di autoespressione.
2) La funzione di segnalazione (Bühler la chiama anche
“funzione di appello”) presuppone la a funzione espressiva, per cui si pone ad
un livello superiore. I1 termometro può segnalarci che fa molto freddo. Il
semaforo è uno strumento di segnalazione (pur continuando a funzionare in ore
in cui può darsi che non vi siano sempre automobili in circolazione). Gli
animali, specialmente gli uccelli, emettono segnali di pericolo; perfino le
piante lanciano dei segnali (per esempio agli insetti); e quando la nostra
autoespressione (linguistica o d'altro tipo) provoca una reazione, in un
animale o nell'uomo, possiamo dire che è stata recepita come un segnale.
3) La funzione descrittiva del linguaggio presuppone le due
funzioni inferiori. Tuttavia, ciò che la caratterizza, oltre all’espressione ed
alla comunicazione (che possono diventare aspetti della situazione del tutto
trascurabili), è che si facciano asserzioni che possono essere vere o false;
vengono introdotti i criteri di verità e di falsità. (Possiamo distinguere una
metà inferiore della funzione descrittiva in cui le descrizioni false sono al
di là della facoltà di astrazione dell'animale (delle api?). Anche un
termografo rientrerebbe in questo ambito perché, a meno che non sia rotto,
descrive la verità).
4) La funzione argomentativa aggiunge alle tre funzioni
inferiori l'argomentazione con i suoi valori di validità e di invalidità.
Ora, le funzioni 1) e 2) sono quasi sempre presenti nel
linguaggio umano, ma normalmente sono irrilevanti almeno in confronto alle
funzioni descrittiva e argomentativa.
Tuttavia, quando il fisicalista radicale e il
comportamentista radicale si dedicano all’analisi del linguaggio umano, non
riescono ad oltrepassare le prime due funzioni [...]. Il fisicalista tenterà di
dare spiegazione fisica – una spiegazione causale – dei fenomeni linguistici.
Ciò equivale ad interpretare il linguaggio come espressivo dello stato del
parlante e quindi come se avesse la sola funzione espressiva. D'altro canto, il
comportamentista si interesserà anche dell'aspetto sociale del linguaggio – ma
questo verrà inteso, essenzialmente, come riguardante il comportamento degli
altri; come “comunicazione”, per usare una parola molto in voga; cioè come il
modo in cui i parlanti rispondono al “comportamento verbale” l'uno dell'altro.
Questo equivale a vedere il linguaggio come espressione e come comunicazione.
Ne derivano però conseguenze disastrose; perché, se tutto
il linguaggio viene inteso soltanto come espressione e come comunicazione,
allora si tralascia proprio tutto ciò che è caratteristico del linguaggio umano
e lo distingue da quello animale: la sua capacità di fare asserzioni vere e
false e di produrre argomenti validi e invalidi. Ciò, a sua volta, ha come
conseguenza che il fisicalista è impossibilitato a rendere conto della
differenza tra propaganda, intimidazione verbale e argomentazione razionale.
Si potrebbe anche menzionare il fatto che la caratteristica
apertura del linguaggio umano – la capacità di fornire una varietà di risposte
quasi infinita a una qualsiasi situazione data, capacità sulla quale ha
vigorosamente attratto la nostra attenzione in modo particolare Noam Chomsky –
è collegata alla funzione descrittiva del linguaggio. L'immagine del linguaggio
– e dell'acquisizione del linguaggio – che ci viene offerta da filosofi
orientati in senso comportamentistico come Quine sembra, in realtà, quella
della sua funzione di segnalazione, che dipende, in maniera tipica, dalla
situazione prevalente. Come ha argomentato Chomsky, la spiegazione
comportamentistica non rende giustizia del fatto che un'asserzione descrittiva
possa essere ampiamente indipendente dalla situazione in cui viene usata.
K. R. Popper, Logica della
ricerca e società aperta, Antologia a cura di D. Antiseri, La Scuola,
Brescia, 1989, pagg. 194-198