Il movimento
circolare dell’Essere non può che essere eterno. Il neoplatonismo, sulla scorta
di tutto il pensiero greco, non può accettare la concezione ebraico-cristiana
della creazione: la ragione rifugge l’idea che l’universo provenga dal Nulla.
La filosofia greca si presenta al Medioevo soprattutto attraverso la mediazione
dei Padri della Chiesa, che ne hanno fatto una servitrice fedele della
teologia, ma anche si presenta anche con una voce – quella di Proclo – che
rivendica la propria autonomia e rifiuta come assurda una sapienza che
contraddice, in nome di un nuovo Lógos divino, a quel Lógos che
per secoli ha guidato l’uomo nella ricerca della Verità.
Commentario al Timeo, 115 e
Con quale intenzione Dio,
dopo una inerzia di durata infinita, penserà di creare? Perché pensa che è
meglio? Ma prima, o lo ignorava, o lo sapeva. Dire che lo ignorava è assurdo;
ma se lo sapeva, perché non ha cominciato prima?
(Grande
Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1966, vol. I, pag. 803)