LUIGI PAREYSON, CRITICA A HEGEL

La filosofia hegeliana ha dunque come presupposto la pretesa di poter partire dall'essere astratto. Questo punto di partenza è una contraddizione fra l'astratto e il concreto, fra il puro pensiero e la ragione isolata da un lato e la realtà sensibile e l'insieme delle facoltà umane dall'altro: partendo dall'essere astratto la filosofia hegeliana lascia fuori di sé la vera realtà ch'è la realtà sensibile. ... al pensiero originario e concreto, ch'è la lirica della filosofia, sostituisce la mediazione formale, che non è se non filosofia drammatica e teatrale.

 

[L. Pareyson, Esistenza e persona, cit., pp. 51 e 52]

 

Dopo aver costruito un sistema nel quale comprende e spiega tutta la realtà, lascia inspiegata la sua stessa esistenza che continua a esistere individualmente, come chi edificasse un gran palazzo, lussuoso e suntuoso, e poi si contentasse di vivere nella cantina lasciando vuoti i piani superiori ... Se la filosofia è intesa in tal modo, si può dire che "in ogni momento della filosofia siamo fuori dalla vita" ... "la filosofia e la professione di filosofia sono in assoluto contrasto, sì ch'è segno caratteristico del filosofo quello di non essere professore di filosofia, e viceversa è segno caratteristico del professore di filosofia quello di non essere filosofo".

 

[L. Pareyson, Esistenza e persona, cit., pp. 44 e 45]