Plinio esprime la sua profonda ammirazione per un amico che, pur in preda a terribili sofferenze, riesce a soppesare razionalmente sia la decisione di continuare a vivere, sia la scelta di morire, secondo il principio dell’eutanasia: questo atteggiamento, secondo l'autore, è proprio di un animo grande.
Se fossi presente, ammireresti con quale pazienza egli sopporti appunto questa malattia, come resista al dolore, come cerchi di tollerare a lungo la sete, come immobile sotto le coperte lasci passare i violenti attacchi di febbre. Ultimamente convocò me e insieme a me pochi altri, che ama particolarmente, e ci pregò di consultare i medici sulla situazione generale della sua malattia, perché, se fosse incurabile, potesse andarsene spontaneamente dalla vita; se invece fosse soltanto dolorosa e lunga, resistesse e rimanesse in vita: doveva infatti rispettare le preghiere della moglie, le lacrime della figlia e anche noi amici e non deludere con una morte volontaria le nostre speranze, se solo non fossero vane. Questo comportamento io lo giudico particolarmente difficile e degno di somma lode. Infatti precipitarsi verso la morte con uno slancio impetuoso è cosa comune a molti, ma prendere la decisione e valutarne i motivi e, a seconda di come avrà suggerito la ragione, accogliere o accantonare il proposito di vivere o di morire, è proprio di un animo grande.
(Plinio il Giovane, Epistole 1. 22. 7-10)