François Quesnay (1694-1774), il maggior esponente della scuola
fisiocratica, propone i punti fondamentali della sua dottrina: l'autorità
politica deve essere unica per impedire le guerre civili e le lotte di potere;
alla base del diritto deve essere posto l'ordine naturale; il governo deve
impegnarsi per la prosperità dell'agricoltura su cui si fonda la ricchezza
dell'intero paese; la terra è l'unica sorgente della ricchezza e l'agricoltura
è l'unico strumento per moltiplicarla; la sicurezza della proprietà deve essere
tutelata.
F. Quesnay, Massime generali
sul governo di un regime agricolo
I. Unità d'autorità.
Che l'autorità sovrana sia unica,
e superiore a tutti gli individui della società e a tutte le intraprese
ingiuste degli interessi privati; poiché l'obbietto della dominazione e dell'obbedienza è
la sicurezza di tutti e l'interesse lecito di tutti. Il sistema delle
contrafforze in un governo è un'opinione funesta che non lascia scorgere che la
discordia tra i grandi e l'abbattimento tra i piccoli. La divisione delle
società in differenti ordini di cittadini, gli uni dei quali esercitino una
autorità sovrana sugli altri, distrugge l'interesse generale della nazione, ed
introduce il contrasto degli interessi privati tra le differenti classi dei
cittadini: tale divisione sovvertirebbe l'ordine del governo di un reame
agricolo, il quale deve riunire tutti gli interessi intorno a un obiettivo
fondamentale, cioè alla prosperità dell'agricoltura che è la sorgente di tutte
le ricchezze dello Stato e di quelle di tutti i cittadini.
II. Istruzione.
Che la nazione sia istruita delle
leggi generali dell'ordine naturale le quali costituiscono il governo
evidentemente piú perfetto. Lo studio della giurisprudenza umana non basta per fare gli
uomini di stato; è necessario che coloro che si destinano agli impieghi
dell'amministrazione siano assoggettati allo studio dell'ordine naturale piú
vantaggioso agli uomini riuniti in società [l'economia politica]. é necessario
inoltre che le cognizioni utili e luminose, che la nazione acquista con
l'esperienza e con la riflessione, si riuniscano alla scienza generale del
governo, affinché l'autorità sovrana, sempre illuminata dall'evidenza,
instituisca le leggi migliori e le faccia esattamente osservare per la
sicurezza di tutti e per pervenire alla piú grande prosperità possibile della
società.
III. Terra, agricoltura: sorgente
unica delle ricchezze.
Che il sovrano e la nazione non
perdano mai di vista che la terra è l'unica sorgente delle ricchezze; e che è
l'agricoltura che le moltiplica. In quanto che l'aumento delle ricchezze assicura quella [la
ricchezza] della popolazione degli uomini e le ricchezze fanno prosperare
l'agricoltura, estendono il commercio, animano l'industria, accrescono e
perpetuano le ricchezze. Dall'abbondanza di tale sorgente dipende la riuscita
di tutte le parti dell'amministrazione del reame.
IV. Proprietà assicurata.
Che la proprietà dei beni-fondi e
delle ricchezze mobili sia assicurata a coloro che ne sono possessori
legittimi;
poiché la sicurezza della proprietà è il fondamento essenziale dell'ordine
economico della società. Senza la certezza della proprietà, il territorio
rimarrebbe incolto. Non ci sarebbero né proprietari né fittavoli per farvi le
spese necessarie a renderlo fruttifero e a coltivarlo, se la conservazione del
fondo e de' prodotti non fosse assicurata a coloro che fanno le anticipazioni
di codeste spese. é la sicurezza del possesso permanente che provoca il lavoro e
l'impiego delle ricchezze al miglioramento ed alla coltura delle terre, ed alle
intraprese del commercio e dell'industria. Non c'è che la potenza sovrana la
quale assicuri la proprietà dei sudditi, che abbia un diritto primitivo alla
ripartizione dei frutti della terra, sorgente unica delle ricchezze.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1968, vol. XVI, pagg. 694-695)