ROUSSEAU, LE PRIME SOCIETA' (CONTRATTO SOCIALE)


Libro Primo - Capitolo II - Le prime società


La società più antica di tutte e l'unica naturale è quella della famiglia: tuttavia i figli non restano legati al padre se non fino a quando ne hanno bisogno per la loro conservazione. Non appena tale bisogno cessa, il legame naturale si scioglie. I figli sono liberati dall'obbedienza che dovevano al padre, il padre è sciolto dalle cure che doveva ai figli; tutti rientrano a parità di condizioni nell'indipendenza. Se costoro continuano a restare uniti, non si tratta più di un'unione naturale, ma di un'unione volontaria; dal che si ricava che la famiglia stessa non si conserva che in base a un accordo.

 

Questa comune libertà è una conseguenza della natura dell'uomo. La sua prima legge è quella di curare la propria conservazione, le prime cure sono quelle dovute a se stesso; non appena tale uomo arriva all'età della ragione, essendo egli solo il giudice dei mezzi adatti alla propria conservazione, diventa perciò signore di se stesso.

 

La famiglia è dunque, se si vuole, il primo modello delle società politiche: in queste il capo riproduce l'immagine del padre, il popolo quella dei figli, e tutti, essendo nati uguali e liberi, non cedono la loro libertà se non per la loro utilità. La differenza fondamentale consiste nel fatto che, nella famiglia, l'affetto che il padre porta ai suoi figli ricompensa costui delle cure che egli si prende di loro, mentre, nello stato, il piacere del comando supplisce a questo amore che il capo non ha per i suoi popoli. (...)

 

(J. J. Rousseau, Contratto sociale)