A. Schopenhauer prende in esame la Storia della
filosofia moderna dell’hegeliano Kuno Fischer, e ne mette in evidenza le
assurdità, legate alla concezione storicista di questo autore.
A. Schopenhauer, Lettera
al Frauenstädt, 15-7-1855
Ho attentamente esaminato il secondo volume della “Storia della filosofia moderna” di Kuno Fischer, che termina prima di Kant, ma nella quale vengo incidentalmente e brevemente trattato alle pp. 466 e 395. Incurabilmente rovinato dallo hegelismo, egli costruisce la storia della filosofia secondo i suoi modelli aprioristici e perciò io vi rappresento, in quanto pessimista, la necessaria antitesi di Leibniz, in quanto ottimista: questa conseguenza è dedotta dal fatto che Leibniz è vissuto in un’epoca ricca di speranze, mentre io in un’epoca disperata e infelice. Ergo, se io fossi vissuto nel 1700, sarei stato un leccato, ottimistico Leibniz; ed egli, se vivesse oggi, la penserebbe come me! A tal punto rende pazzi lo hegelismo. Il mio pessimismo, inoltre, si è sviluppato dal 1814 al 1818 (quando apparve in forma definitiva); e quella era l’epoca piú piena di speranze, dopo la liberazione della Germania.
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pag. 661