Il primo passo riassume
l’interpretazione aristotelica del pensiero di Socrate. Il secondo, tratto
dall’Eutifrone di
Platone, ci mostra Socrate in piena azione, mentre cerca, con l’aiuto del suo
interlocutore, di arrivare alla definizione universale dell’idea di santità.
a)
Aristotele, Metafisica, 987b
D’altra parte Socrate si occupava di questioni etiche e
non della natura nella propria totalità, ma nell’ambito di quella ricercava
l’universale, avendo per primo fissato la sua attenzione sulle definizioni.
(Aristotele, La Metafisica,
Loffredo, Napoli, 1968, pag. 120)
b)
Platone, Eutifrone, 6 c-e
[6 c] [...] [Socrate] – Ora vedi di dirmi
piú chiaro [d] quello che ti domandai poco fa; perché con quella tua
prima risposta, amico mio, non mi hai istruito abbastanza. Io ti domandavo che
cosa è il santo, e tu mi hai detto solamente che è santo ciò che stai facendo
tu ora, accusando d’omicidio tuo padre. Eutifrone – E dicevo la verità,
o Socrate. Socrate – Può darsi: ma certo, o Eutifrone, molte altre
azioni ancora tu dici che sono sante. Eutifrone – Molte altre, senza
dubbio. Socrate – Ebbene, tu ricordi che non di questo io ti pregavo, di
indicarmi una o due delle molte azioni che diciamo sante; bensí di farmi capire
che cosa è in se stessa quella tale idea del santo per cui tutte le azioni
sante sono sante. Dicevi, mi pare, che per un’idea unica le azioni [e]
non sante non sono sante, e le sante sono sante; o non ti ricordi? Eutifrone
– Sí, mi ricordo. Socrate – E allora insegnami bene questa idea in sé
quale è; affinché io, avendola sempre davanti agli occhi e servendomene come di
modello, quell’azione che le assomigli, di quante o tu o altri possiate
compiere, questa io dica che è santa; quella che non le assomigli, dica che non
è.
(Platone, Opere, vol. I,
Laterza, Bari, 1967, pag. 11)