Per Sorel
la pretesa del marxismo di essere scienza sociale è infondata perché la ragione
non governa la storia, ma si mescola con altri elementi.
G. Sorel, Saggi di critica del marxismo
Nessun dato scientifico permette di provare che il collettivismo deve venire dopo il capitalismo ed essere soppiantato dal comunismo. Per Sav. Merlino non si tratta di due regimi economici successivi ma di due principi giuridici che hanno bisogno di coesistere per assicurare la vera giustizia alla società. “A ciascuno secondo le sue opere” e “a ciascuno secondo i suoi bisogni”, sono due regole che hanno ciascuna la loro ragione d’essere.
Marx è stato trascinato a presentare delle soluzioni estranee alla scienza perché ha obbedito a due preoccupazioni capitali: egli ha creduto che i sistemi di produzione si succedano, facendo sparire a poco a poco completamente il sistema anteriore; egli ha creduto, con Hegel, che lo sviluppo della intelligenza domini la storia. Nel passaggio dalla produzione individuale al capitalismo, poi al socialismo, vedeva un processo dall’individuale all’universale, una trasformazione dell’intelligenza dei lavoratori che giungono a comprendere delle relazioni sempre piú generali, una combinazione piú perfezionata degli interessi, delle forze e dei pensieri, passante dall’azzardo anarchico all’organizzazione intelligente.
Dimostrare che simili adattamenti logici possano governare la storia, ecco ciò che è impossibile. Vico aveva commesso un errore analogo ammettendo che i processi psicologici possano governarla. Nelle nostre società complesse tutte le produzioni della natura umana esistono allo stato di miscuglio. Abbiamo visto che Marx pensava che la religione debba sparire di fronte alla scienza; l’esperienza non conferma punto questa opinione; le religioni trovano sempre degli elementi di ringiovanimento nel misticismo.
G. Sorel, Saggi di critica del marxismo,
La nuova sinistra Samonà e Savelli, Roma, 1970, pagg. 164-165