Spencer, Che cosa intendo per filosofia

Per il filosofo inglese Herbert Spencer la filosofia è una “conoscenza del piú alto grado di universalità”, una “conoscenza completamente unificata”.

 

H. Spencer, Primi princípi

 

Se opponiamo l’una all’altra le suddivisioni della filosofia, o le sue strutture piú particolari, o le contrapponiamo all’insieme, giungiamo alla stessa conclusione. La filosofia morale e quella politica si affiancano alla filosofia generale per la vasta comprensione delle loro argomentazioni e delle loro conclusioni. Benché con il nome di filosofia morale noi alludiamo alle azioni umane considerate come buone o cattive, in ciò non comprendiamo le speciali norme di condotta da osservare a tavola, negli affari o con i bambini, e benché la filosofia politica abbia come fine il comportamento degli uomini nelle pubbliche relazioni, essa non si occupa dei modi di votare o dei particolari amministrativi. Ognuno di questi rami della filosofia si occupa soltanto dei casi particolari come esempi indicativi di verità di vasta applicazione.

Ognuno di questi concetti implica perciò la convinzione che possa esistere un modo di conoscere le cose piú dettagliatamente che non mediante le semplici esperienze, immagazzinate meccanicamente nella memoria o condensate nelle enciclopedie. Quantunque nell’estensione del campo occupato dalla filosofia siano state date e si diano interpretazioni assai diverse, tuttavia troviamo un reale, anche se non esplicito accordo, nell’attribuire tale termine ad una conoscenza che oltrepassi quella comune. Eliminati i principi discordanti, ciò che permane come elemento comune in tali concezioni della filosofia, è identificabile nella conoscenza del piú alto grado di universalità.

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In che modo dunque si costituisce la filosofia? Facendo un passo avanti rispetto al processo indicato. Fino al momento in cui tali verità vengono apprese singolarmente e ritenute indipendenti, anche la piú generale di esse non può, senza incorrere in una forzatura del termine, interpretarsi come filosofica. Ma quando, riducendola a semplice assioma meccanico, a principio di fisica molecolare, a legge di azione sociale, esse finiscono con il venir considerate corollari di una verità ultima, ci avviciniamo al tipo di conoscenze che costituiscono propriamente la filosofia.

Le verità della filosofia possiedono quindi con le piú alte verità scientifiche la medesima relazione che ognuna di queste ha con le piú piccole verità della scienza. Come ogni vasta generalizzazione della scienza comprende e consolida le minori generalizzazioni del proprio settore, cosí le generalizzazioni della filosofia includono e rafforzano le vaste generalizzazioni della scienza. Di conseguenza la filosofia è una conoscenza di tipo diametralmente opposto rispetto alle conoscenze ricavate soltanto con l’esperienza. Essa si pone come il prodotto finale di quel processo che inizia con un semplice collegamento di osservazioni rozze, prosegue con l’elaborazione di proposizioni sempre piú ampie e distinte dai fatti singoli, e si conclude con proposizioni universali. Per dare una definizione in modo piú semplice e chiaro, diremo: la conoscenza d’infimo grado è non unificata; la scienza è una conoscenza parzialmente unificata; la filosofia è una conoscenza completamente unificata

 

R. Bortot e V. Milanesi, Il concetto di filosofia nel pensiero contemporaneo, G. D’Anna, Messina-Firenze, 1984, pagg. 142-145