La libertà come etica, cioè come
agire pratico, presuppone la vita ed è per la vita. L'etica di Spinoza ha
cancellato ogni prospettiva “sovrannaturale”: non ci sono premi o punizioni
dopo la morte; la beatitudine è nell'agire bene su questa Terra.
B. Spinoza, Etica, Parte
quarta, Prop. LXVII
Proposizione LXVII
L'uomo libero a nessuna cosa
pensa meno che alla morte: e la sua saggezza è una meditazione della vita, non
della morte [Non
mortis, sed vitae meditatio].
dimostrazione
L'uomo libero, cioè colui che
vive sotto la sola guida della ragione, non è guidato dalla Paura della morte
(per la Prop. 63 [Chi è guidato dalla Paura e fa il bene per evitare il
male, non è guidato dalla ragione]), ma desidera direttamente il bene (per il
Cor. della stessa Prop. [Mediante la Cupidità che nasce dalla
ragione, noi direttamente seguiamo il bene, e indirettamente fuggiamo il
male]), cioè agire, vivere, conservare il proprio essere avendo quale
fondamento la ricerca del proprio utile; perciò a nulla pensa meno che alla
morte e la sua saggezza è una meditazione della vita. C.D.D.
(B. Spinoza, Etica e Trattato
teologico-politico, UTET, Torino, 1988, pag. 325)