L'accordo fra res cogitans (pensiero) e res
extensa (materia) - che è negato alla limitata potenza di pensare e di agire
dell'uomo - fa parte della natura divina perché le idee e le cose derivano
dalla medesima potenza di Dio, che è potenza di pensare e potenza di agire.
B. Spinoza, Etica, Parte
seconda, Prop. VII
Proposizione VII
L'ordine e la connessione delle
idee è uguale all'ordine e alla connessione delle cose.
dimostrazione
È evidente dall'Ass. 4 della I
parte [La conoscenza dell'effetto dipende dalla conoscenza della causa e la
implica]. Infatti l'idea di qualsiasi causato dipende dalla conoscenza della
causa di cui esso è effetto.
corollario
Da questo deriva che la potenza
di pensare di Dio è uguale alla sua potenza attuale di agire. Cioè ogni cosa
che deriva formalmente dall'infinita natura di Dio, deriva anche obiettivamente
in Dio dalla idea di Dio, nello stesso ordine e nella stessa connessione.
Scolio
Qui, prima di proseguire, bisogna
che richiamiamo alla nostra memoria ciò che abbiamo mostrato dianzi; cioè che
tutto ciò che può essere percepito da un intelletto infinito, come costituente
l'essenza di una sostanza, appartiene solo ad un'unica sostanza e di
conseguenza la sostanza pensante e la sostanza estesa sono una
sola e medesima sostanza compresa ora sotto l'uno ora sotto l'altro attributo.
Analogamente un modo dell'estensione e l'idea di quel modo sono la stessa cosa
ma espressa in due modi: e questo pare che l'abbiano intravisto un po'
confusamente anche alcuni Ebrei che appunto sostengono che Dio, l'intelletto di
Dio, e le cose da lui intese, sono una sola e medesima cosa. Per esempio il
cerchio esiste in Natura, e l'idea del cerchio esistente che è anche in Dio,
sono una sola e medesima cosa che si spiega mediante attributi diversi; perciò
sia che concepiamo la Natura sotto l'attributo della Estensione, sia sotto
l'attributo del Pensiero, sia sotto qualsiasi altro attributo, troveremo un
solo e medesimo ordine, ossia una sola e medesima connessione di cause, cioè le
medesime cose che derivano l'una dall'altra. Ho detto che Dio è causa dell'idea
del cerchio, per esempio, solo in quanto è cosa pensante, e causa del cerchio
solo in quanto è cosa estesa, soltanto perché l'essere formale dell'idea del
cerchio non può essere percepito se non con un altro modo del pensare come
causa prossima, e questo a sua volta con un altro, e cosí all'infinito, di modo
che, fin quando le cose sono considerate modi del pensiero, dobbiamo spiegare
l'ordine di tutta la Natura, cioè la connessione delle cause, con il solo
attributo del pensiero, e in quanto le cose sono considerate modi
dell'estensione, l'ordine di tutta la Natura deve essere spiegato con il solo
attributo dell'estensione, e cosí intendo anche per gli altri attributi. Perciò
Dio, in quanto consta di infiniti attributi, è in realtà la causa delle cose
come sono in sé; ma per il momento non posso spiegarmi piú chiaramente.
(B. Spinoza, Etica e Trattato
teologico-politico, UTET, Torino, 1988, pagg. 134-136)