Diogene
Laerzio sottolinea l’accordo dei massimi filosofi stoici sulla coincidenza
della natura con il Lógos
che governa l’universo. Adeguarsi a questa armonia universale è il compito
dell’uomo virtuoso. Il premio che a lui è destinato è la felicità.
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII, 86-87
1 [...] Essi dicono inoltre che la natura
non fa alcuna differenza tra le piante e gli animali, perché essa regola anche
la vita delle piante senza impulso e senza sensazione, e d’altra parte in noi
si generano fenomeni nella medesima guisa che nelle piante. Ma poiché agli
animali è stato ingenerato per sovrappiú l’impulso per mezzo del quale essi si
dirigono ai loro propri fini, ne deriva che la loro disposizione naturale si
attua nel seguire l’impulso. E poiché gli esseri razionali hanno ricevuto la
ragione per una condotta piú perfetta, il loro vivere secondo ragione coincide
rettamente col vivere secondo natura, in quanto la ragione si aggiunge per loro
come plasmatrice ed educatrice dell’istinto.
2 Perciò Zenone per primo nella sua opera Della
natura dell’uomo definí fine il vivere in accordo con la natura, cioè
vivere secondo virtú, perché la natura ci guida alla virtú. Cosí anche Cleante
nel libro Sul piacere e Posidonio ed Ecatone nell’opera Dei fini.
[...]
(Diogene Laerzio, Vite dei Filosofi, Laterza, Bari, 19872,
vol. I, pag. 274)