SHAPIRO, PAROLE E IMMAGINI
Gran
parte dell'arte visiva in Europa, dalla tarda antichità al diciottesimo secolo,
rappresenta soggetti presi da testi scritti. Pittori e scultori avevano il
compito di tradurre la parola — religiosa, storica o poetica — in un'immagine
visiva. È vero che molti artisti non si rifacevano direttamente al testo, ma
copiavano, in modo più o meno fedele, un'illustrazione già esistente: eppure per
noi, oggi, l'intelligibilità di questa copia, così come dell'originale, sta,
alla fine, nella sua corrispondenza con un testo noto, che riconosciamo
attraverso le forme delle azioni e degli oggetti dipinti. Si potrebbe sostenere
che il dipinto corrisponde al concetto o all'immagine depositati nella nostra
memoria in forme di parole.
Questa
corrispondenza fra la parola e la sua raffigurazione pittorica è spesso
problematica e può essere estremamente indeterminata. In vecchie edizioni a
stampa della Bibbia una stessa incisione veniva a volte utilizzata per
illustrare soggetti diversi, sia pure con un generico significato comune. La
raffigurazione della nascita di Giacobbe veniva ripetuta per la nascita di
Giuseppe e di altre figure della Scrittura e una scena di battaglia poteva
servire per illustrare un'intera serie di battaglie. Solo la collocazione
dell'incisione in un determinato luogo del testo permette di coglierne il
significato particolare.
Tuttavia
in altri casi siamo in grado di identificare la storia vedendo in un'immagine
solo alcuni elementi che rimandano a un testo noto. Spesso il testo è tanto più
denso della sua illustrazione che quest'ultima sembra essere un mero emblema,
quasi un titolo illustrato; una o due figure e qualche attributo o oggetto
accessorio, visti nel loro insieme, saranno in grado di evocare, per
l'osservatore colto, l'intera serie di azioni collegate in quel testo con i
pochi elementi dipinti, salvo che un dettaglio incongruo non venga ad arrestare
l'interpretazione. Ne sono esempi i dipinti nelle catacombe cristiane di Roma,
dove Noè sta ritto nell'arca. Daniele fra i leoni e Susanna fra gli anziani. Ma
il significato di tali immagini di repertorio può essere ricco di connotazioni e
di valori simbolici assenti nel testo fondamentale, connotazioni e valori
stabiliti una volta per tutte, per l'osservatore cristiano, da ciò che aveva
appreso da quei soggetti nei commenti religiosi e nelle allusioni contenute in
sermoni, riti e preghiere. Oggi quel più pieno significato deve essere
riscoperto attraverso una ricerca degli scritti e dei contesti antichi; ma anche
quando arriviamo a conoscerli, ancora rimane incerto quale dei vari significati
del soggetto, fissati nelle elaborazioni letterarie del testo fondamentale, si
sia voluto disegnare in una particolare immagine ben
individuata.
(Meyer
Schapiro, Words and Pictures. On the Literal and the Symbolic in the
Illustration of a Text, 1973; tr. it. Parole e immagini. La lettera e il simbolo
nell'illustrazione di un testo, Parma, Pratiche, 1985, pp.
5-6)