Alberto Savinio è lo psuedonimo di Andrea De Chirico, fratello di
Giorgio De Chirico. Savinio nasce ad Atene nel 1891, è pittore, disegnatore,
musicista, compositore, scenografo teatrale, nonché letterato raffinato e colto,
sempre ironico. Il brano è tratto da "Nuova Enciclopedia", un libro che nasce da
una precisa esigenza personale di reinterpretazione dei termini. Qui vengono
riportate le stesse parole dell'autore: "Sono così scontento delle enciclopedie,
che mi sono fatto questa enciclopedia mia propria e per mio uso personale.
Arturo Schopenhauer era così scontento delle storie della filosofia, che si fece
una storia della filosofia sua propria e per suo uso personale."
In questo
brano viene messo in luce l'aspetto lirico di tutto il lavoro di Nietzsche, per
cui risulta mancanza di "educazione intellettuale" il coinvolgimento della sua
opera nella giustificazione di qualsivoglia violenza.
"NIETZSCHE. Federico Nietzsche è stato accusato di aver ispirato questo periodo di violenza. I dittatori avevano fatto loro le sue parole, e Hitler, un giorno, pensando di far cosa gradita a Mussolini, gli mandò in dono le opere complete di colui che esaltava l'azione di danzare sul cranio come suprema conquista dell'uomo. E chi salvò il Nietzsches Archiv dalla dispersione, allorché tredici anni sono la signora Elisabetta Forster-Nietzsche, che di quell'Archivio era la conservatrice, rimase a corto di fondi, fu lo stesso Benito Mussolini, il quale, in omaggio a una sua presunta affinità ideologica con Federico, le spedì un assegno di centomila lire.
Quale fondamento ha quest'accusa? Uno dei soliti errori d'interpretazione. Meglio: di stile. Meglio ancora: il solito difetto di educazione intellettuale. Anzi di educazione tout court. (difetto, qui, come defectus).
Davanti a una pittura che non ripete aspetti realistici, l'uomo intellettualmente ineducato domanda: “Che significa?” L'uomo intellettualmente ineducato è finalista.
Crede che ogni cosa quaggiù ha un fine e che questo fine è indicato nel significato della cosa stessa. E crede che quanto più un intelletto è alto e profonda una mente, tanto più i loro pensieri e la loro azione sono intesi a un fine.
Questo presupposto è anche la ragione della religione. [...] E' dunque anche il movente psichico che mantiene in vita Dio.
[...] Gli uomini confondono ciò che ha bisogno di uno scopo per giustificare se stesso, con il lirismo che non ha bisogno di uno scopo, perché è di là da ogni scopo; e da questa confusione nascono errori più assurdi, come di imputare a Nietzsche le violenze e le iniquità commesse dagli stati totalitari a dimostrazione della loro forza, del loro realismo, della loro assenza di sentimentalità.
Nietzsche è un lirico. E' l'esempio più tipico del lirico. E' l'uomo più liricamente completo che io conosca. Nonché la sua opera, la sua vita stessa è un fatto lirico. Il suo filologismo, il suo filosofismo, la sua filosofia del martello, la sua volontà di potenza, il suo politicismo, le sue idee sugli stati, sulla guerra sono altrettante forme di lirismo; e se non dico che la sua stessa poetica è una forma di lirismo, è perché non sarei seguito per vie così sottili. Ergo la filologia, la filosofia, la politica di Nietzsche vanno considerate more lyrici, sciolte da qualunque idea di fine, prese come un gioco. Perché Nietzsche è lirico.
[...] Nulla, o uomini bui, ha nelle parole di Nietzsche il fine che “credete voi”. Una regola bisognerebbe istituire che evitasse questi più immorali degli errori. Separare specie da specie. Vietare che uomini bui si mischino con gli uomini-luce, facciano uso delle loro “incomprensibili parole.” "
(A. Savinio, Nuova Enciclopedia, Biblioteca Adelphi, Milano, 1977, pagg. 268-269-270-271)