SAVINIO, SULLA MALINCONIA


“MALINCONIA. Afflizione dell'anima affine alla tristezza, ma questa affligge più vivamente (più materialisticamente). Anche se cupa e profonda, la malinconia trova ancora sorgenti di tenerezza. Si direbbe che essa ha per carattere la dolcezza. La tristezza è disperata, la malinconia viene nelle 'soste' della speranza. Se tanta malinconia è negli antichi, è perché l'immortalità, quell'immortalità 'terrestre' cui essi erano destinati (o 'condannati') esclude la speranza. Arte vera è spesso malinconica, ma triste mai. In fondo la differenza fra tristezza e malinconia è questa, che la tristezza esclude il pensiero, la malinconia se ne alimenta. Guardate come 'pensa' la Malinconia di Durer. Socrate, nel Fedone, dice che una divinità avendo tentato un giorno di confondere il dolore e la volluttà, e non essendo riuscita, fece in modo che almeno in un punto aderissero assieme."

(A. Savinio, Nuova Enciclopedia, Biblioteca Adelphi, Milano, 1977, pag. 246)