In
quanto l'essere è, e il non essere non è (il nulla non esiste
proprio perché è nulla), l'anima e il corpo sono eterni, in
quanto sono enti (esseri).
II. L'autentico inattuale è il superamento dell'essenza dell'Occidente. Ma in esso vien resa innanzitutto testimonianza della verità dell'essere. La quale dice che l'essere è e il non essere non è. [...] Il pensiero che testimonia la verità dell'essere non può quindi accogliere l'affermazione che con la morte del corpo l'anima continui ad esistere: ma non perché si debba invece affermare che, non esistendo più il corpo, non possa più esistere nemmeno l'anima, bensì perché tanto il corpo quanto l'anima sono eterni. L'anima non può esistere senza il corpo, così come non può esistere senza uno qualsiasi degli enti, giacché il destino della totalità dell'ente è di esistere. [...]
Il
disfacimento del corpo non ne è l'annientamento, ma è il modo
in cui il corpo si porta stabilmente al di fuori dell'apparire dell'essere.
La storia è il processo del comparire e dello sparire dell'eterno.
La dialettica non è l'essenza dell'essere in quanto è, ma dell'essere
un quanto appare. L'essere sopporta inalterato ogni aggressione della tecnica.
Non ne resta in alcun modo intaccato, ma lascia apparire gli spettacoli dell'alienazione
del senso dell'essere. Il nostro tempo è ormai tutto diventato un siffatto
spettacolo. E' ormai persuaso di poter giungere a un illimitato controllo
della creazione e dell'annientamento dell'essere. Ogni opera del nostro tempo
è compiuta sul fondamento di questa persuasione e perciò essa
è un condurre nell'apparire gli spettacoli dell'alienazione.
Se fossimo convinti che, aprendo e chiudendo gli occhi, provochiamo la nascita
e l'annientamento delle cose visibili, sulla base di questa convinzione potremmo
di certo sviluppare un modo di vivere; ma la realtà che così
apparirebbe e la vita che vivremmo sarebbero diverse dalla realtà che
apparirebbe e dalla vita che vivremmo qualora fossimo liberi da questa forma
di alienazione. Come il movimento degli occhi, così anche la tecnica
occidentale è una tecnica del disvelamento dell'essere, la quale però
conduce nell'apparire un contenuto diverso da quello che apparirebbe qualora
l'Occidente fosse libero dall'alienazione in cui il consiste il nichilismo
metafisico.
La costruzione dell'uomo, compiuta dalla tecnica, non inventa l'uomo, ma è
il disvelamento dell'uomo eterno. Ma, proprio perché non conosce l'essenziale
rivelatività del suo (e di ogni) agire, la tecnica disvela un'umanità
diversa da quella che apparirebbe alla luce della verità dell'essere:
disvela l'umanità dell'alienazione.
(Emanuele Severino, “La terra e l'essenza dell'uomo”, in “Essenza del Nichilismo”, edizione Adelphi, Milano, 1982, pag. 197-198).