Talete, Uno dei Sette Sapienti (Diogene Laerzio)

Diogene Laerzio, dossografo del III secolo d.C., nel primo libro delle Vite dei filosofi, dedicato ai Sette Sapienti, fornisce preziose informazioni su Talete, di cui comunque sappiamo pochissimo. Il filosofo è interpretato secondo lo “schema” del saggio antico, le cui parole e opere dovevano essere ricordate come un vertice di saggezza, un punto di riferimento e una ricchezza preziosa per le generazioni future.

 

Fr. 11 A 1 DK (Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, I, 22-24)

 

Il padre di Talete, dunque, come vogliono Erodoto, Duride e Democrito si chiamava Examio, la madre Cleobulina, della stirpe dei Telidi che sono fenici, i piú nobili tra i discendenti di Cadmo e di Agenore. (<Era uno dei Sette Sapienti>) a quanto afferma anche Platone e per primo fu chiamato sapiente, essendo Damasio arconte in Atene [582-581 a.C.] al tempo in cui anche i Sette Sapienti ebbero tale nome, come testimonia Demetrio Falereo nella Lista degli arconti. Gli fu data la cittadinanza di Mileto quando vi giunse insieme a Nileo esiliato dalla Fenicia, ma, come i piú sostengono, era cittadino originario di Mileto e di nobile famiglia. Dopo la politica si dette agli studi naturali. Secondo alcuni non lasciò nessun’opera perché l’Astrologia nautica che gli viene attribuita si dice appartenga a Foco di Samo. [...]

 

(I Presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura di G. Giannantoni, Laterza, Bari, 19904, pag. 79)