I brani che
seguono offrono una “visione” certamente parziale, ma comunque significativa,
del Tao Tê Cing
(opera di Lao-Tze, autore quasi leggendario, contemporaneo di Confucio; VI-V
secolo a.C., secondo la tradizione). Il titolo originale dei passi è quello
indicato a seguito della fonte. Il Tao è forse l’ideogramma cinese con
il maggior numero dei significati: usato per indicare le grandi vie che
collegano i centri piú importanti della Cina alla capitale, significa
principalmente “mettere in comunicazione”, “tracciare un cammino”: il Tao
è la Via. L’ideogramma Tê indica l’“efficacia”. L’abbinamento Tao-Tê
suggerisce quindi l’idea di un principio indeterminato ma che agisce
costantemente nel mondo concreto. Lo yin è il principio femminile,
passivo, il freddo; lo yang è il principio maschile, attivo, il caldo:
quei due princípi sono inseparabili e dal loro alternarsi nasce il divenire
dell’universo. Il ch’i (soffio) è l’energia che sta alla radice
dell’universo, il ch’i non è né materiale né spirituale, precede
qualsiasi manifestazione e può essere piú o meno rarefatto, cioè assumere forme
piú o meno concrete; dalla differenziazione del ch’i traggono origine lo
yin e lo yang.
a) Il Tao è come l’acqua (Tao Tê Cing, VIII, Tornare alle qualità
naturali)
1 Il sommo bene è come l’acqua:
2 l’acqua ben giova alle creature e
non contende,
3 resta nel posto che gli uomini
disdegnano.
4 Per questo è quasi simile al Tao.
5 Nel ristare s’adatta al terreno,
6 nel volere s’adatta all’abisso,
7 nel donare s’adatta alla carità,
8 nel dire s’adatta alla sincerità,
9 nel correggere s’adatta all’ordine,
10 nel servire s’adatta alla capacità,
11 nel muoversi s’adatta alle stagioni.
12 Proprio perché non contende
13 non vien trovata in colpa.
b) L’utilità del non-essere (Tao Tê Cing, XI, L’utilità del
non-essere)
1 Trenta razze s’uniscono in un sol
mozzo
2 e nel suo non-essere si ha
l’utilità del carro,
3 s’impasta l’argilla per fare un
vaso
4 e nel suo non-essere si ha
l’utilità del vaso,
5 s’aprono porte e finestre per fare
una casa
6 e nel suo non-essere si ha
l’utilità della casa.
7 Perciò l’essere costituisce
l’oggetto
8 e il non-essere costituisce
l’utilità.
c) Confidare nel perfetto (Tao Tê Cing, XXXIV, Confidare nel
perfetto)
1 Come è universale il gran Tao!
2 può stare a sinistra come a destra.
3 In esso fidando vengon alla vita le
creature
4 ed esso non le rifiuta,
5 l’opera compiuta non chiama sua.
6 Veste e nutre le creature
7 ma non se ne fa signore,
8 esso che sempre non ha brame
9 può esser nominato Piccolo.
10 Le creature ad esso si volgono
11 ma esso non se ne fa signore,
12 può esser nominato Grande.
13 Poiché giammai si fa grande
14 può realizzar la sua grandezza.
d) Essere e non-essere (Tao Tê Cing, XL, Dove andare e che
cosa adoperare)
1 Il tornare è il movimento del Tao,
2 la debolezza è quel che adopra il Tao.
3 Le diecimila creature che sono
sotto il cielo
4 hanno vita dall’essere,
5 l’essere ha vita dal non-essere.
e) Le trasformazioni del Tao (Tao Tê Cing, XLII, Le trasformazioni
del Tao)
1 Il Tao generò l’Uno,
2 l’Uno generò il Due,
3 il Due generò il Tre,
4 il Tre generò le diecimila
creature.
5 Le creature voltano le spalle allo yin
6 e volgono il volto allo yang,
7 il ch’i infuso le rende
armoniose. [...]
f) Il Tao è vuoto (Tao Tê Cing, IV, Quel che non ha
origine)
1 Il Tao vien usato perché è
vuoto
2 e sempre non è pieno.
3 Quale abisso!
4 sembra il progenitore delle
diecimila creature.
5 Smussa le sue punte,
6 districa i suoi nodi,
7 mitiga il suo splendore,
8 si rende simile alla sua polvere.
9 Quale profondità!
10 sembra che da sempre esista.
11 Non so di chi sia figlio,
12 pare anteriore all’Imperatore del
Cielo.
(Tao Tê Cing, TEA, Milano,
1994, pagg. 18-19, 24-26, 73-74, 89-90, 93-95, 10-12)
Per chiarire il significato di questi brani del Tao Tê Cing riportiamo il commento di Ho-shang Kung (“Il Vecchio che vive presso il Fiume Giallo), un eremita vissuto nel II secolo a.C., che scrisse il suo commento per rendere comprensibile l’opera di Lao-Tze all’imperatore Wên Ti della dinastia Han. Il commento, quindi, resta all’interno del punto di vista taoista.
a) 1 “L’uomo del sommo bene ha le
qualità naturali come quelle dell’acqua”. 2 “In cielo l’acqua forma nebbia e
rugiada, in terra forma polle e sorgenti”. 3 “Gli uomini detestano i luoghi
bassi, umidi, sporchi, impuri: solo l’acqua vi permane scorrendo
tranquillamente”. 4 “Per la sua natura l’acqua è quasi simile al Tao”. 5
“Per la sua natura l’acqua si adatta con gioia al terreno. Quando si trova
sulle erbe e sulle piante, subito scorre in basso: ha somiglianza con la
femmina che, nell’agire, si sottomette agli altri [si ricordi che la virtú
taoista è identificata con la non-azione, una sorta di presenza passiva, e in
questo senso il punto di vista taoista tende a privilegiare l’elemento
femminile]”. 6 “L’acqua sprofonda nel cavo e nel vuoto, l’abisso sprofonda nel
puro e nel limpido”. 7 “Le diecimila creature desiderano l’acqua per vivere.
Essa dà al vuoto, non al pieno [per quanto riguarda il vuoto vedi i successivi
brani b) e f)]”. 8 “Nell’acqua le immagini sono riflesse e le forme non perdono
la loro sembianza”. 9 “Non v’è nulla che non mondi e non renda puro e liscio”.
10 “È capace di essere quadrata o rotonda, storta o dritta, a seconda delle
forme”. 11 “D’estate si scioglie, d’inverno si raggela: si muove secondo il
periodo dell’anno e non si sottrae alle stagioni del Cielo”. 12 “Se l’ostacoli
s’arresta, se la liberi fluisce. Obbedisce e fa come vogliono gli altri”. 13
“Essendo l’acqua tale per sua natura, sotto il cielo non v’è nessuno che la
trovi in colpa”.
b) 1 “Anticamente i carri avevano
trenta razze in conformità del numero lunare, che si univano in un sol mozzo.
All’interno del mozzo c’è il vuoto, perciò le razze vi si riuniscono. Nel
governo della persona significa che bisogna rimuovere le passioni e fuggire i
desideri, in modo che le cinque viscere rimangano cave e vuote: allora i loro
spiriti tornano ad esse. Nel governo dello stato significa che i pochi possono
riunirsi in moltitudine e che i deboli uniti formano una forza”. 2 “Wu
(non-essere) vuol dire hsü (vuoto). Il carro può muoversi perché
l’interno del mozzo è cavo e vuoto, l’uomo può porvi sopra un carico perché
l’interno del carro è cavo e vuoto”. 3-4 “S’impasta l’argilla onde fare
recipienti per bere e mangiare. L’interno del vaso è cavo e vuoto, perciò può
contenere e ricevere”. 5 “Significa costruire una casa”. 6 “Dice che porte e
finestre sono cave e vuote: attraverso di esse l’uomo può entrare ed uscire,
guardare e vedere. L’interno della casa è cavo e vuoto: la sua utilità è che
l’uomo può abitarvi”. 7 “Li (vantaggio) è wu (cosa, oggetto).
L’oggetto è usato per la sua forma. All’interno del vaso vi sono le cose,
all’interno della casa c’è l’uomo, che teme che si sfasci e cada, all’interno
dell’uomo c’è lo spirito, che teme la dissoluzione e la scomparsa della forma”
[è interessante notare come la forma – che è vuota – si identifichi con
l’oggetto; quindi wu passa dal significato di non-essere a quello
di essere. Siamo, come è evidente, lontanissimi da Aristotele, per il
quale la forma da sola è inconcepibile, e ogni oggetto è sinolo (“unione
indissolubile”) di materia e forma]. 8 “Dice che ciò che è cavo e vuoto può
essere usato per contenere le diecimila creature. Perciò si dice: “Il vuoto
non-essere può determinare la forma dell’essere”. Il Tao è cavo”.
c) 1 “Dice che il Tao è
universale, sembra galleggiante e sommerso, esistente e inesistente. A
guardarlo non lo vedi, a parlarne difficilmente lo definisci”. 2 “Il Tao
può stare a sinistra come a destra, non v’è luogo che non gli convenga”. 3 “Le
diecimila creature vivono fidando nel Tao”. 4 “Il Tao non le
rifiuta né le contrasta”. 5 “Sua: il Tao non la chiama opera sua”. 6-7
“Sebbene il Tao ami e nutra le diecimila creature, non è come un padrone
umano che qualcuna sceglie e qualcuna scarta”. 8-9 “Il Tao cela la sua
virtú e nasconde il suo nome, timorosamente non agisce: sembra
impercettibilmente piccolo”. 10-11 “Le diecimila creature si volgono al Tao
per ricevere il ch’i, ma esso non è come il padrone umano che qualcosa
proibisce e qualcosa impedisce”. 12 “Il libero andare e venire delle creature
fa sí che il suo nome sia indipendente da loro. Perciò il nome migliore è
Grande”. 13 “Il santo si uniforma al Tao: cela la sua virtú e nasconde
il suo nome. Non si fa pieno e grande”. 14 “Il santo con la sua persona
ammaestra e grida, trasforma senza parlare. Poiché ogni cosa è regolata e
ordinata, egli può completare la sua grandezza”.
d) 1 “Fan (tornare) è pên
(radice, origine). La radice è quella verso cui muove il Tao che, nel
suo moto, fa vivere le diecimila creature. Se esse lo contrastano periscono”. 2
“Il Tao s’avvale sempre della mollezza e della debolezza, per questo può
durare a lungo”. 3 “Le diecimila creature prendono vita dal Cielo e dalla
Terra, i quali hanno forma e rango: per questo si dice che hanno vita
dall’essere”. 4-5 “Il Cielo e la Terra, le intelligenze sovrannaturali, gli
esseri che strisciano, volano o camminano, prendono tutti vita dal Tao.
Ma poiché il Tao non ha forma, dice che prendono vita dal non-essere.
Qui afferma che la radice è superiore al fiore, il debole è superiore al forte,
l’umile e il vuoto sono superiori al pieno e al colmo”.
e) 1 “È il primo generato dal Tao”.
2 “L’Uno generò lo yin e lo yang”. 3 “Lo yin e lo yang
generano l’armonia, la purezza e l’impurità. La separazione di questi tre ch’i
produsse il Cielo, la Terra e l’uomo”. 4 “Il Cielo e la Terra insieme danno
vita alle diecimila creature. Il Cielo conferisce, la Terra trasforma, l’uomo
fa crescere e nutre”. 5-6 “Tra le diecimila creature non ve n’è alcuna che non
volga le spalle allo yin e non si diriga verso lo yang: seguono
il sole con animo mutato”. 7 “Tutte le creature hanno all’interno il ch’i
originario, che ottengono per essere armoniose e molli, cosí come nel petto vi
sono le viscere, nelle ossa il midollo, nelle piante la cavità. Esse possono
vivere a lungo perché sono compenetrate dal vuoto e dal ch’i”.
f) 1 “Chung (vuoto) è chung
(interiore, vaso vuoto) [chung è il suono comune di due caratteri
diversi]. Il Tao cela il suo nome e nasconde la sua rinomanza. La sua
utilità sta nella vacuità”. 2 “Il Tao è sempre umile e vuoto, non è
pieno e colmo”. 3-4 “L’abissale profondità del Tao non può essere
conosciuta: sembra che esso sia il progenitore delle diecimila creature”. 5 “I
desidèri umani sono acuminati e sottili, si sforzano di appropriarsi di merito
e gloria. Quando sono smussati l’uomo li padroneggia e, ad imitazione del Tao,
non si riempie”. 6 “Per districare e sciogliere occorre tener presente il non
agire del Tao”. 7 “Dice che, pur avendo uno splendore straordinario,
bisogna sapersi tenere nell’oscurità e nella tenebra: non bisogna turbare gli
uomini rivelandolo”. 8 “Rendersi sempre simile alla sporcizia e alla polvere
insieme alle folle: non bisogna differenziarsi da esse”. 9-10 “Dice che nella
sua profondità è calmo e tranquillo: pertanto può sussistere a lungo senza
perire”. 11 “Lao-Tze dice: non so da che il Tao abbia preso vita”. 12 “Il
Tao da sé esiste prima dell’Imperatore del Cielo e della Terra. È
esistito fino ad oggi perché è capace di starsene calmo e tranquillo,
profondamente imperturbato. Vuole indurre gli uomini a coltivare la persona
uniformandosi al Tao”.