Timone,
discepolo di Pirrone, è convinto che l’indifferenza assoluta di fronte a tutte
le cose porti all’afasia
e all’imperturbabilità. Cioè alla felicità.
Aristocle in Eusebio, Praep. evan., XIV, 18, 2-5
Dicono che egli abbia dichiarato che,
quanto alle cose, esse sono del pari indifferenti, incerte e dubbie: per questo
né le nostre sensazioni, né le opinioni sono veraci o false; per questo dunque
bisogna non prestar fede ad esse, ma essere senza opinione, senza inclinazione
e senza agitazione, dicendo intorno ad ogni cosa che non piú essa è di quanto
non sia, o che è e anche che non è, o che né è né non è. Chi si mantiene in questa disposizione d’animo Timone
afferma che anzitutto conseguirà la afasia e poi l’imperturbabilità.
(Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1966, vol. I,
pagg. 536-537)