La storia come luogo privilegiato
per la conoscenza dell’uomo. L’illuminista Turgot ci ricorda che la storia è
diversa dalla natura, perché al contrario della prima non si riproduce in modo
sempre uguale. Essa è opera dell’uomo e per questo nella storia c’è il
progresso verso una sempre maggiore perfezione.
A.-R.-J. Turgot, da Quadro
filosofico e da Piano di due discorsi sulla storia universale
I fenomeni della natura,
sottoposti a leggi costanti, sono racchiusi in un ambito di rivoluzioni sempre
eguali: tutto rinasce e tutto perisce; e nelle successive generazioni mediante
cui si riproducono i vegetali e gli animali, il tempo riporta ad ogni istante
l’immagine di ciò che ha fatto sparire.
La successione degli uomini, al
contrario, offre di secolo in secolo uno spettacolo sempre diverso. La ragione,
le passioni, la libertà producono senza sosta nuovi avvenimenti: tutte le
epoche sono incatenate le une alle altre da una successione di cause e di
effetti che congiungono lo stato presente del mondo a tutti gli altri stati che
l’hanno preceduto. I segni arbitrari del linguaggio e della scrittura — dando
agli uomini il mezzo di garantirsi il possesso delle proprie idee e di
comunicarle agli altri — hanno costituito, sulla base di tutte le conoscenze
particolari, un tesoro comune che una generazione trasmette all’altra, vale a
dire un’eredità sempre accresciuta di scoperte dei diversi secoli; ed il genere
umano, considerato dalla sua origine, appare agli occhi di un filosofo un tutto
immenso che ha esso stesso, al pari di ogni individuo, la sua infanzia e i suoi
progressi.
Si possono vedere delle società
stabilirsi e delle nazioni formarsi: esse di volta in volta dominano sulle
altre, oppure obbediscono ad esse; gli imperi sorgono e cadono; le leggi e le
forme di governo si succedono le une alle altre; le arti e le scienze vengono
scoperte e perfezionate; ritardate o favorite nel loro progresso, esse passano
di regione in regione; l’interesse, l’ambizione, la vanagloria mutano ad ogni
istante la scena del mondo, inondando la terra di sangue; ed in mezzo a tali
disastri i costumi si addolciscono, lo spirito umano si rischiara, le nazioni
isolate si accostano le une alle altre; infine, il commercio e la politica
riuniscono tutte le parti del globo, e la massa complessiva del genere umano —
mediante periodi alterni di calma e di agitazione, di beni e di mali — cammina
sempre, benché a passi lenti, verso una maggiore perfezione…
Un debole chiarore comincia a
fendere le tenebre sparse su tutte le nazioni, e si estende gradualmente… I
progressi producono altri progressi, ed aumenta la diseguaglianza tra le
nazioni: qui le arti cominciano a sorgere, e là esse procedono a grandi passi
verso la perfezione, oppure si arrestano a mezzo sviluppo; altrove le tenebre
primitive non sono ancora dissipate. In questa differenza infinita, lo stato
attuale dell’universo — presentandoci insieme tutte le sfumature della barbarie
e della civiltà diffuse sulla terra — ci mostra in qualche modo, in un solo
colpo d’occhio, i monumenti e le vestigia di tutti i passi dello spirito umano,
l’immagine di tutti i gradi per cui è passato, e la storia di tutte le epoche
[…].
I progressi, benché
necessari, sono interrotti da decadenze frequenti, a causa degli avvenimenti
e delle rivoluzioni che vengono ad arrestarlo. Perciò essi sono stati assai
diversi presso i vari popoli…
Il popolo che ha acquisito per
primo cognizioni un po’ maggiori è diventato rapidamente superiore ai propri
vicini: ogni progresso rende piú agevole quello successivo. In questa maniera
il cammino di una nazione è venuto accelerando di giorno in giorno, mentre
altre restavano nel loro stato di mediocrità, determinate da circostanze
particolari, ed altre ancora vivevano nella barbarie. Un colpo d’occhio gettato
sulla terra ci rivela anche oggi l’intera storia del genere umano, mostrandoci
le vestigia dei suoi passi ed i monumenti dei gradi attraverso i quali è
passato — dalla barbarie attuale dei popoli dell’America alla raffinatezza
delle nazioni piú civili d’Europa… […]
La storia universale
abbraccia pertanto la considerazione dei progressi successivi del genere umano,
e l’esame particolare delle cause che vi hanno contribuito. Essa comprende cioè
i primi inizi dell’umanità, la formazione e l’incontro delle nazioni, l’origine
e le trasformazioni dei governi, i progressi delle lingue, della fisica, della
morale, dei costumi, delle scienze e delle arti, le rivoluzioni per cui gli
imperi sono succeduti agli imperi, le nazioni alle nazioni, le religioni alle
religioni: in questi mutamenti il genere umano rimane sempre lo stesso, come
l’acqua del mare nelle tempeste, e procede sempre verso la propria perfezione.
Scoprire l’influenza delle cause generali e necessarie, delle cause particolari
e delle azioni libere dei grandi uomini, ed il rapporto di tutti questi
elementi con la costituzione stessa dell’uomo, mostrare le energie e la
meccanica delle cause morali attraverso i loro effetti — ecco che cosa
rappresenta la storia agli occhi di un filosofo. Essa si appoggia sulla
geografia e sulla cronologia, che misurano la distanza dei tempi e dei luoghi.
Gli illuministi francesi, a cura di P. Rossi, Loescher,
Torino, 1987, pagg. 355–359