Secondo van Groot fa parte della
natura umana una spiccatissima tendenza alla vita sociale, l’obbligo di
mantenere le promesse fatte e la ragione per valutare le cose.
H. van Groot, Prolegomeni al
diritto della guerra e della pace, par. 8
Ma nell’uomo adulto, che sa
coordinare le proprie azioni cosí da comportarsi in modo analogo in circostanze
analoghe, è il caso di riconoscere, oltre che una spiccatissima tendenza alla
vita sociale – per realizzare la quale egli, unico fra gli esseri animati,
possiede il mezzo appropriato, ossia il linguaggio – anche la facoltà di
conoscere e di agire secondo princípi generali: e quanto si riferisce a tale
facoltà non è certo comune a tutti gli animali, ma è proprio della natura
umana.
Questa attività, conforme alla
ragione umana, rivolta a conservare la società, che abbiamo testè
grossolanamente delineata, è la fonte del diritto propriamente detto: il quale
comprende l’astenersi dalle cose altrui, la restituzione dei beni altrui e del
lucro da essi derivato, l’obbligo di mantenere le promesse, il risarcimento del
danno arrecato per colpa propria, e il poter essere soggetti a pene tra gli
uomini.
Da questa nozione del diritto ne
è discesa un’altra piú ampia: poiché infatti l’uomo possiede, al di sopra degli
altri animali, non soltanto l’impulso all’associazione di cui si è detto, ma
anche il criterio per valutare le cose – future oltre che presenti – piacevoli
o nocive, e quelle che possono produrre l’uno e l’altro effetto, appare
evidente essere conforme all’umana natura il seguire anche in ciò un giudizio
rettamente conformato secondo la norma della ragione umana, senza farsi
traviare dal timore, o dalla lusinga di un piacere attuale, e senza farsi
trascinare da impulsi inconsiderati; ed è chiaro che ciò che palesemente
contraddice a un tale giudizio è contrario al diritto di natura: della natura,
s’intende, umana.
H. van Groot, Prolegomeni al
diritto della guerra e della pace, Zanichelli, Bologna, 1961, pagg. 28-29