Verri sostiene che la tortura è
un mezzo del tutto inadeguato sia per raggiungere la verità nei processi sia
per tutelare la società dal crimine, e che inoltre è intrinsecamente ingiusto.
P. Verri, Osservazioni sulla
tortura
Ma i
sostenitori della tortura [...] peccano con una falsa supposizione. Suppongono
che i tormenti sieno un mezzo da sapere la verità: il che è appunto lo stato
della questione. Converrebbe loro il dimostrare che questo sia un mezzo di
avere la verità, e dopo ciò il ragionamento sarebbe appoggiato. Ma come lo
proveranno? Io credo per lo contrario facile il provare le seguenti
proposizioni: 1° Che i tormenti non sono un mezzo di scoprire la verità. 2° Che
la legge e la pratica stessa criminale non considerano i tormenti come un mezzo
di scoprire la verità. 3° Che quand'anche poi in tal metodo fosse conducente
alla scoperta della verità, sarebbe intrinsecamente ingiusto.
Per conoscere
che i tormenti non sono un mezzo per iscoprire la verità comincerò dal fatto.
Ogni criminalista, per poco che abbia esercitato questo disgraziato metodo, mi
assicurerà che non di rado accade, che de' rei robusti e determinati soffrano
tormenti senza mai aprir bocca, decisi a morire di spasimo piuttosto che
accusare sé medesimi. In questi casi, che non sono né rari né immaginati, il
tormento è inutile a scoprire la verità. Molte altre volte il tormentato si
confessa reo del delitto.
[...] Gli
autori sono pieni di esempi di altri infelici, che per forza di spasimo
accusarono se stessi di un delitto, del quale erano innocenti.
[...] Il
fatto dunque ci convince che i tormenti non sono un mezzo per rintracciare la
verità, perché alcune volte niente producono, altre volte producono la
menzogna.
Al fatto poi
decisamente corrisponde la ragione. Qual è il sentimento che nasce nell'uomo
allorquando soffre un dolore? Questo sentimento è il desiderio che il dolore
cessi. Piú sarà violento lo strazio, tanto piú sarà violento il desiderio e
l'impazienza di essere al fine. Qual è il mezzo col quale un uomo torturato può
accelerare il termine allo spasimo? Coll'asserirsi reo del delitto su di cui
viene ricercato.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1968, vol. XV, pag. 1100)