Carlo Augusto Viano mette in evidenza la differenza fra
l’etica filosofica, che propone una salvezza individuale, e l’etica di tipo
religioso – in particolare cristiana – per la quale la salvezza è un fatto
collettivo.
Le grandi scuole di morale sorte in Grecia alla fine del IV secolo a.C. e
il ritorno al paleo-stoicismo da Seneca a Marco Aurelio proponevano chiaramente
una morale della salvezza. Il sapiente uscito da queste scuole pensa
essenzialmente a rendersi immune dalla pazzia e irrazionalità che coinvolge il
mondo in cui è immerso; non si propone invece di correggere questo mondo né i
suoi simili che vivono in esso. La tecnica della salvezza che viene
proposta sta nella correttezza del giudizio o valutazione. In questo senso
si tratta di un’etica filosofica: questa tradizione cioè conserva la
tesi platonica e aristotelica secondo la quale l’etica è una scienza, cioè una
disciplina della valutazione e del comportamento secondo conoscenza.
L’interpretazione epicurea e stoica della scienza è ben diversa da quella di
Platone o di Aristotele; ma rimane valida l’istanza della correttezza del
giudizio come elemento fondamentale dell’etica filosofica. Perciò anche l’etica
epicurea e stoica è una tecnica per evitare errori nel comportamento. Se
l’errore di comportamento è una colpa, l’etica classica da Platone a
Seneca si configura come una forma di sapere che ha il fine di evitare la
colpa.
Il terreno della salvezza e della colpa rappresentava un punto d’incontro
e di distinzione tra l’etica filosofica e la religione. La religione antica
era, da un lato, una religione politica, strettamente legata alla vita
comunitaria e istituzionale delle città antiche, senza un sacerdozio inteso
come casta chiusa e un rigoroso corpo dogmatico di credenze. Ma accanto a
questa forma il mondo classico conobbe anche una religione della salvezza. In
questo caso le credenze e i riti religiosi dovevano garantire, non tanto la
liceità degli atti e la loro conformità alla tradizione sociale, quanto la liberazione
dalla colpa. La salvezza religiosa, a differenza della salvezza
etico-filosofica, era collettiva. La comunità degli iniziati era fondamentale e
gli stessi riti cui la salvezza era legata non potevano essere compiuti da
soli. Tra le religioni della salvezza quella che ebbe maggiore importanza dal
punto di vista delle dottrine etiche fu il cristianesimo. Infatti il
cristianesimo accettò di fare i conti con la tradizione filosofica classica e
con l’etica da questa elaborata.
(C. A. Viano, Etica, Enciclopedia
filosofica ISEDI, Milano, 1975, pagg. 37-38)