Quando, nel 1725, pubblicò la
prima edizione della sua Scienza nuova, Giambattista Vico la dedicò “alle Accademie
dell'Europa”, nel cui lavoro egli riconosce il carattere illuminato del
nuovo secolo, la capacità di sottoporre a esame critico l'intero sapere umano.
Vico propone il proprio lavoro come contributo essenziale allo sviluppo della
nuova filosofia.
G. Vico, Princípi di una
scienza nuova intorno alla comune natura delle nazioni per la quale si ritruovano
i princípi di altro sistema del diritto naturale delle genti [1725]
ALLE ACCADEMIE DELL'EUROPA
LE QUALI
IN QUESTA ETÀ ILLUMINATA IN CUI
NONCHÉ LE FAVOLE
E LE VOLGARI TRADIZIONI
DELLA STORIA GENTILESCA
MA OGNI QUALUNQUE AUTORITÀ
DE’ PIÚ RIPUTATI FILOSOFI
ALLA CRITICA DI SEVERA RAGIONE
SI SOTTOMETTE
ADORNANO DALLE LORO CATTEDRE
CON SOMMA LAUDE
IL DIRITTO NATURAL DELLE GENTI
DI CUI
LO SPARTANO L’ATENIESE IL ROMANO
NELLA LORO DISTESA E DURATA
TANTO SON PICCOLE PARTICELLE
QUANTO SPARTA ATENE ROMA
LO SON DEL MONDO
QUESTI PRINCÍPI DI ALTRO SISTEMA
I QUALI NE HA MEDITATO
CON LA DISCOVERTA
D’UNA NUOVA SCIENZA
DELLA NATURA DELLE NAZIONI
DALLA QUAL SENZA DUBBIO
COTAL DIRITTO GLI È USCITO
ED ALLA CUI UMANITÀ
TUTTE
LE SCIENZE LE DISCPIPLINE E LE
ARTI
COME CERTAMENTE
DA LEI TRAGGON L’ORIGINI
ED IN LEI VIVONO
COSÍ PRINCIPALMENTE
DEBBON TUTTE I LORO USI
PERCHÉ IN COSÍ EMINENTE GRADO
LA DOTTRINA
CHE ESSE NE PROFESSANO
QUANDO ELLA NE HA IL MERITO
CON LA LORO ERUDIZIONE E SAPIENZA
LE SCOVERTE CHE QUI FANSI
SUPPLENDO E AMMENDANDO
PROMUOVANO
GIAMBATTISTA VICO
AD ONORAR TUTTO INTESO
LA PROFESSIONE DELLE LEGGI
ED IN GRADO
DELLA VENERANDA LINGUA D’ITALIA
A CUI UNICAMENTE DEVE
COL DEBOLE INGEGNO
TAL SUA QUALUNQUE LETTERATURA
SCRITTI
IN ITALIANA FAVELLA
RIVERENTEMENTE INDIRIZZA
(G. Vico, Opere filosofiche,
a cura di N. Badaloni, Sansoni, Firenze, 1971, pag. 170)