a) La religione piú antica e piú
diffusa del mondo
Il Dio di Voltaire non è
semplicemente - come per i “liberi pensatori” inglesi - la causa prima
dell'Universo, spogliata di ogni caratteristica di “persona”: il Dio di
Voltaire è buono e giusto. Questa è la posizione tipica di quello che Kant -
come Voltaire - chiama “teismo”. La religione del teista è una religione
naturale e universale, che accomuna tutti gli uomini e non può essere espressa,
nella sua universalità, da nessuna Chiesa o setta. Anche in questa concezione
della religione sono le radici del cosmopolitismo e dell'universalismo
illuminista.
Voltaire, Dizionario filosofico,
voce “Teista”
Il teista è un uomo fermamente
persuaso dell'esistenza d'un essere supremo tanto buono quanto potente, che ha
creato tutti gli esseri estesi, vegetanti, senzienti e riflettenti; che
perpetua la loro specie, che punisce senza crudeltà i delitti e ricompensa con
bontà le azioni virtuose.
Il teista ignora come Dio
punisca, favorisca e perdoni; perché non è cosí temerario da illudersi di
conoscere come Dio agisca; egli sa che Dio agisce e che è giusto. Le difficoltà
contro la Provvidenza non scuotono minimamente la sua fede perché, pur essendo
indubbiamente grandi, non sono prove; egli si sottomette alla Provvidenza,
benché non possa scorgere di essa che qualche effetto particolare ed esteriore:
tuttavia giudicando delle cose che non può vedere mediante quelle che vede,
egli argomenta che la Provvidenza operi sempre e in ogni luogo.
D'accordo su questo punto con il
resto dell'Universo, egli si astiene tuttavia dall'aderire ad alcuna delle
sètte particolari, che sono tutte intimamente contraddittorie. La sua religione
è la piú antica e la piú diffusa; perché la semplice adorazione d'un Dio ha preceduto
tutti i sistemi di questo mondo. Egli parla una lingua che tutti i popoli
possono intendere, benché per il resto non s'intendano affatto tra loro. I suoi
fratelli sono sparsi nel mondo da Pechino alla Caienna, tutti i saggi sono suoi
fratelli. Egli ritiene che la religione non consista né nelle dottrine d'una
metafisica inintelligibile, né in vani apparati, ma nell'adorazione e nella
giustizia. Fare il bene, ecco il suo culto; essere sottomesso a Dio, ecco la
sua dottrina [...]. Egli soccorre l'indigente e difende l'oppresso.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1968, vol. XIV, pag. 556)
b) Possa Iddio aver pietà dei cristiani
Il Sermone dei cinquanta è un pamphlet fra i piú famosi
scritti da Voltaire. Esso termina con una “preghiera” che mostra quanto - per
Voltaire come per i deisti - la religione naturale sia lontana dal
cristianesimo.
Voltaire, Sermone dei cinquanta
Possa questo grande Iddio, che mi ascolta, che non può
essere nato da una fanciulla, né essere morto su un patibolo, né essere
mangiato in un pezzo di pasta, né aver ispirato questi libri [la Bibbia]
pieni di contraddizioni, di menzogne e di errori, possa questo Dio, creatore di
tutti i mondi, aver pietà di questa setta di cristiani che lo bestemmiano.
Possa egli ricondurli alla religione santa e naturale, e spargere le sue
benedizioni sugli sforzi che noi facciamo per farlo adorare!
Amen.
(Voltaire, Sermone dei cinquanta,
in Oeuvres complètes, Librairie de Firmin Didot Frères, Fils et C.,
Paris, 1874, tomo VI, pag. 129)