Voltaire, Un misantropo sublime

L'illuminista Voltaire ammira il genio di Pascal, ma non riesce ad accettare il salto da lui compiuto oltre lo “spirito geometrico” fino all'abbandono in un Dio che non ha nulla a che vedere con il “dio dei sapienti”. Voltaire rifiuta la conversione di Pascal anche perché, con l'abbandono della luce della ragione a favore della luce che illumina dall'alto, si favorisce una visione dell'uomo fortemente pessimistica.

 

Voltaire, Lettere filosofiche, XXIV

 

Rispetto il genio e l'eloquenza di Pascal, ma piú li rispetto e piú mi convinco che egli stesso avrebbe corretto questi “pensieri” che aveva affrettatamente annotato, per rivederli in seguito; ed è ammirando il suo genio che combatto alcune delle sue idee.

Mi sembra che, in generale, lo spirito con il quale Pascal ha scritto questi Pensieri fosse di mostrare l'uomo sotto una luce odiosa: si accanisce per rappresentarci tutti malvagi e infelici. Scrive contro la natura umana presso a poco come scriveva contro i gesuiti. Imputa all'essenza della nostra natura ciò che appartiene solo a certi uomini. Lancia con eloquenza ingiurie contro il genere umano. Oso prendere le parti dell'umanità contro questo misantropo sublime: oso assicurare che non siamo cosí malvagi e cosí infelici come egli dice; sono inoltre del tutto persuaso che se avesse seguito nel libro che meditava di scrivere il progetto che si intravede nei Pensieri, avrebbe fatto un libro pieno di paradossi eloquenti e di conclusioni false ma ricavate in maniera ammirevole. Credo anche che tutti questi libri che si sono fatti ultimamente per provare la Verità della religione cristiana sono capaci piú di scandalizzare che di edificare. Questi autori pretendono forse di saperne piú di Gesú Cristo e degli apostoli? Sarebbe come voler sostenere una quercia circondandola con dei giunchi: si possono rimuovere questi giunchi inutili senza timore di far torto all'albero.

 

(in B. Pascal, Frammenti, Rizzoli, Milano, 1983, vol. I, pag. 85)