Chi vorrà
provarsi a "confutare scientificamente" l'etica del Sermone della Montagna, o,
per esempio, la massima: "non far resistenza al male", oppure l'immagine del
porgere l'altra guancia? Eppure é chiaro che, dal punto di vista mondano, vi si
predica un'etica della mancanza di dignità: bisogna scegliere tra la dignità
religiosa, che è il fondamento di questa etica, e la dignità virile, che predica
qualcosa di ben diverso: "Devi far resistenza al male, altrimenti sei anche tu
responsabile se questo prevale". Dipende dal proprio atteggiamento rispetto al
fine ultimo che l'uno sia il diavolo e l'altro il dio, e sta al singolo decidere
quale sia per lui il dio e quale il diavolo. E così avviene per tutti gli
ordinamenti della vita.[...]Ma il destino della nostra civiltà è appunto questo,
di essere noi oggi divenuti nuovamente e più chiaramente consapevoli di ciò che
un millennio di orientamento - che si presume o si afferma esclusivo - verso il
grandioso pathos dell'etica cristiana aveva celato ai nostri occhi.
(Weber, La scienza come professione, in Id., Il lavoro intellettuale come professione, trad. it. di A. Giolitti, Einaudi, Torino, 1966, pp. 29-31)