Yourcenar, Sulle rivoluzioni

Le rivoluzioni finiscono per impantanarsi nella gerarchizzazione, nella burocratizzazione e nel Gulag. Sono le riforme che permettono il miglioramento del mondo.

 

M.  Yourcenar, Les yeuex ouverts [Ad occhi aperti]

 

In Russia, comunque, non è stato Tolstoi a fare la Rivoluzione...

No, perché l’avrebbe certamente fatta meglio. Non sono un’ammiratrice fanatica delle rivoluzioni. In fin dei conti, esse producono le loro brave reazioni, piú virulente ancora, e, quasi inevitabilmente, vanno a impantanarsi in società burocratizzate, gerarchizzate, per finire nei “gulag”. Le riforme, e non le rivoluzioni, migliorano il mondo. Quando si pensa agli immani massacri o decimazioni di cittadini russi del Sud, ci si rende conto che lo zar Stalin valeva quanto il piccolo Padre Ivan il Terribile, e che certamente Ivan è stato altrettanto adulato.

 

A questo modo, lei si ricollega al misticismo di Solzenitsyn.

Questo misticismo è una reazione naturale dell’uomo prigioniero delle menzogne e degli errori di un regime, di una società che lo perseguita o lo priva della libertà. Come André Gide, che nessuno accusava di essere mistico, io penso che il problema sociale sia piú importante del problema politico, e il problema morale piú importante del problema sociale. Si finisce col ritornare sempre alla lotta fra il bene e il male.

 

M.  Yourcenar, Ad occhi aperti, Bompiani, Milano, 1990, pagg. 238-239