Il 25 maggio 2003, in un’allegra giornata di sole, siamo partiti da Terzo d’Acqui – la ridente (si fa per dire) località di cui siamo grosso modo originari io e il mio amico Enrico (in arte Enry o, meglio ancora, Weinrich o – se non bastasse - Faina) – alla volta di Albisola, lungo la costa ligure, appena prima di Savona (per chi proviene da Genova). Il posto non è dei migliori (troooooppa gente!!!), ma presenta un grande vantaggio: è vicino, a neanche tre quarti d’ora da Terzo! La sveglia (è stato drammatico!!!!!) fu tragicamente puntata per le ore 7 del mattino, quando l’intero paese era ancora assopito: e il risveglio fu reso ulteriormente difficile dal fatto che la sera prima io ed Enrico avevamo fatto orari folli, scorrazzando per i dintorni di Nizza Monferrato da una vineria all’altra fino alle quattro del mattino (assaporando i pregiatissimi vini locali, di cui io e Enry siamo grandissimi estimatori)!!!! Ciononostante, svegliati con una certa riluttanza (con l’intenzione di fracassare la sveglia per farla desistere dal suo terrificante baccano!), siamo saltati in macchina sulla scattante Polo di Weinrich e siamo corsi di gran carriera fino alla stazione di Nizza Monferrato, a prendere le rispettive ragazze – Alessandra la mia, Sara la sua - (in arrivo da Asti su un treno che – non so ancora per quale strano motivo – è passato da Alessandria e Bergamasco per arrivare a Nizza, compiendo un tragitto di miiiiiiiiillllllllleeeeeeeeeee km!!!!!). Ricompostasi la comitiva, siam partiti rapidi verso Albisola, passando per le magiche zone del regno dei funghi: il Sassello (le zone su cui io e Weinrich imperiamo!!! Ogni estate lì andiamo a fare il bagno nel magnifico torrente – l’Erro - che scorre placidamente, attraversando paesaggi idilliaci!). Dopo circa un’ora di vertiginoso (ma suggestivo per via degli incantevoli paesaggi che si succedevano senza tregua) sali-scendi per le alture che separano il Piemonte dalla Liguria... (qui il grafico del nostro tragitto da Sassello ad Albisola)
ecco finalmente davanti a noi il mare, questo vecchio amico di sempre, talvolta configuratesi come caotica e terribile forza incontrasata! Siamo finalmente giunti a destinazione! Ecco la fantomatica Albisola:
Dopo aver parcheggiato nel primo posto capitatoci sotto gli occhi, subito ci siamo fiondati tutti e quattro verso la spiaggia (prima, però, abbiamo scattato qualche foto-ricordo e abbiamo filmato un po’! Tremendamente puerile la foto con me ed Enry sui giochi per bambini... no comment! sindrome di Peter Pan?).
Sono circa le 9 del mattino, l’acqua del mare è gelida (siamo a maggio!!!), nessuno lungo tutta la spiaggia osa bagnarsi; tutti preferiscono (e come non dar loro ragione?) riscaldarsi sotto un sole dardeggiante come non mai! Ma ci siamo io e Weinrich, i due intrepidi pionieri del mare! Dopo aver preso una rincorsa chilometrica, eccoci che voliamo a velocità folli verso l’acqua e, con un tuffo carpiato (o in carpione) spettacolare (?) ci gettiamo in un’acqua che così fredda non mi ricordo di averla mai sperimentata altrove (fuorché in Inghilterra…). Subito io ed Enry cominciamo ad agitarci pazzamente, ci dimeniamo come due folli, nel disperato tentativo di sfuggire all’assideramento: Enry sbraccia a più non posso, sollevando ettolitri di acqua; io invece continuo ad allontanarmi da riva, alla volta dell’ormai sempre più vicina Corsica… Dopo 5 minuti (e non uno di più!) trascorsi tra indicibili tormenti in quelle acque trafiggenti come spilli, ci decidiamo ad uscire: a riva, Sara e Alessandra ci guardano ridacchiando, ma ecco che – balenata loro l’idea che noi potremmo abbracciarle tutti bagnati d’acqua ghiacciata – il loro volto cambia repentinamente espressione: da gaie che erano si fanno rannuvolate e subito fuggono! E’ il momento di prendere il sole: Alessandra e Sara per abbronzarsi, io e Weinrich -dopo esserci tolti di dosso i nostri inseparabili asciugamani da mare – per vincere il freddo accumulato in acqua. Tra le allegre battute e le tante altre facezie (memorabile, a tal proposito, l’uscita di Weinrich sul "CAST"!), passa il tempo: è già quasi l’una, il caldo sulla spiaggia è ormai insostenibile! Pertanto risolviamo concordemente di ritirarci in un bar lungo la passeggiata di Albisola, dove poterci rifocillare al fresco. Anche qui ci pare opportuno impugnare cinepresa e macchina fotografica, per immortalare questi momenti di spensieratezza! Anche qui il tempo passa troppo in fretta!!! Ci sembra di esserci seduti al tavolo da dieci minuti e invece sono già trascorse due ore! E’ il momento di tornare in spiaggia, a prendere altro sole e a rifare il bagno (portando in acqua anche Alessandra e Sara, volenti o nolenti). C’è però un piccolo inaspettato inconveniente: la spiaggia, nelle nostre due ore di assenza, si è a tal punto riempita che non c’è più nemmeno un angolino su cui stendere gli asciugamani. L’unica soluzione possibile è spostarsi nelle spiagge private: stiamo per stendere i nostri asciugamani sul bagnasciuga, ma ecco avvicinarsi un bagnino con un grugno che non promette nulla di buono!!!!!! Subito ci intima di allontanarci, perché quella è spiaggia privata, dove non è possibile sostare a meno che non si affitti sdraio e ombrellone: al che ci vien voglia di obiettare che, a un tot di metri dalla riva, la spiaggia – privata o pubblica che sia – è di tutti. Ma non abbiamo alcuna intenzione di litigare e perciò, con estrema cortesia, ci alziamo e ci allontaniamo: il bagnino – forse nel vedere la nostra inusitata cortesia – cambia decisamente atteggiamento e così ci si rivolge: "scusate ragazzi, ma purtroppo è così… Venite da lontano?"; "no, da Acqui Terme", risponde affabilmente (ma non troppo) Enry; "sono andati bene il viaggio e la permanenza?", incalza docilmente il bagnino. Al che prendo io la parola e gli rispondo: "sì, sì, è andato tutto bene, almeno fino a 5 minuti fa…". Dopo questo allegro episodio, ci trasferiamo di nuovo nella mischia della spiaggia pubblica: penso che il centro di Milano o di Torino sia meno affollato!!!!!! Tra un pallone che svolazza sulle nostre teste, un bambino che ci pesta l’asciugamano e un altro che ci schizza con un bazzuka dalla capienza di miiiiilllllleeeee ettolitri (che se ce l’avesse avuto l’Iraq avrebbe probabilmente vinto sugli Stati Uniti), decidiamo di entrare in acqua: nonostante sulla spiaggia faccia un caldo pazzesco, la temperatura in acqua non pare minimamente essersi alzata… ma noi, più spavaldi che mai, ci immergiamo! Eccoci qua, tutti e quattro a stare a galla nelle gelide acque del Mar Ligure (mi è pure sembrato di avvistare un iceberg, ma credo che sia soltanto il frutto della mia fervida fantasia che ormai cavalca a briglie sciolte); io e Alessandra ci lamentiamo ripetutamente per il freddo, mentre Enrico e Sara sembrano trovarsi a loro agio, dimentichi della temperatura artica. Sicchè io e Alessandra siamo usciti in fretta e furia, Enry e Sara si sono a lungo intrattenuti a mollo. Quando finalmente anche loro sono usciti, ci siamo asciugati, abbiamo scattato le ultime foto...
... e siamo andati a ricuperare la fedelissima Polo grigio metallizzato di Weinrich, che avrebbe dovuto ricondurci fino a casa. Ma che traffico in Albisola!!!! Un incolonnamento da paura!!!! Che chiusura! Di questo passo – pensiamo -, ci metteremo quattro ore ad arrivare! Per fortuna, poi, non appena ripresa la strada che da Albisola arriva, passando per Stella, al Sassello e quindi a Terzo, il traffico si è dileguato: in effetti, ad essere onesti, devo ammettere che traffico per il Sassello non ricordo di averne mai trovato (e quella strada l’ho percorsa davvero tante volte!). Il viaggio procede bene, DiscoRadio (con le sue note tamarrissime) ci tiene compagnia. Questa è la disposizione in macchina: Weinrich al volante, Alessandra davanti (perché all’andata, stando dietro, aveva patito la macchina!), io e Sara dietro. Molto gentilmente, Enry si è proposto di accompagnarci fino ad Asti, anziché fermarsi a Terzo (in sostanza, tra andata e ritorno, ha allungato la strada di soli cento km…). Ormai superato il Sassello costeggiando l’Erro, ci vien voglia di scattare qualche altra foto (più che altro per finire il rullino) e così ci fermiamo nei pressi di Cartosio (un’altra amena località lungo l’Erro, prima di arrivare a Terzo).
Ci viene un’idea alquanto truzza: scattare le foto seduti nel bagagliaio della Polo!!! Già di per sé io ed Enry, nel nostro look, siamo alquanto tamarri: camiciazza hawaiana – vero tripudio esplosivo di colorazioni sgargianti – con occhialini autenticamente tamarri io; occhialoni altrettanto truzzi e maglietta Nike Enry; il tutto condito da due facce volutamente tamarrissime!!! Molto freeway, yeah! Inoltre scattiamo qualche foto nel campicello di fronte all’auto, in posizioni – neanche a dirlo ! – trooooooooppppppppppooooooooo tamarrause! A questo punto riprende il viaggio e, in men d’un’ora, arriviamo ad Asti. Per dirla con Orazio, longae finis chartaeque viaeque est.