L'ALCIBIADE MINORE
La scena dell'Alcibiade minore , cui la tradizione ha dato il sottotitolo " Sulla preghiera " , si apre presentando , senza preamboli sui luoghi e sui personaggi , una discussione fra Socrate e Alcibiade a proposito della preghiera . Alcibiade visse all'incirca tra il 450 ed il 440 a.c. Era figlio di Clinia , della famiglia degli Eupatridi , una delle più ricche e potenti di Atene , e di Dinomache , appartenente ad un'altra nobile famiglia ateniese . La vita di Alcibiade fu assai avventurosa , costellata di molte peripezie , viaggi , mutamenti di alleanze , rovesci e vittorie . Nel 404 , dietro istigazione dei Trenta tiranni e di Lisandro di Sparta , venne assassinato in Frigia , dove si era rifugiato presso il satrapo Farnabazo . Socrate incontra Alcibiade che sta andando a pregare con un " aspetto grave " . Socrate dice che nel fare richieste agli dei bisogna essere molto prudenti perchè non capiti di chiedere , senza saperlo , grandi mali , credendo che siano beni : Socrate cita il caso di Edipo , che , secondo la leggenda , chiese agli dei che i suoi figli dividessero l'eternità paterna con la spada . Alcibiade gli fa notare che Edipo era un folle e subito Socrate ne approfitta per dar inizio al dialogo filosofico : l'essere folle é dunque il contrario dell'essere assennato ? Alcibiade , più convinto che mai , dice di sì . Dunque ci sono uomini dissennati , altri assennati altri ancora pazzi . Ma , per esempio , nel caso della malattia o si é sani o si è malati : non c'è nè una via di mezzo nè una terza possibilità : quindi , dice Socrate , o si è assennati o si è dissennati . Dato che non ci può essere una terza possibilità , dissenatezza e follia rischiano di essere identiche . Ma se così fosse nella città gli assennati sono pochi , mentre tanti sono i dissennati , che secondo quanto pensa Alcibiade , sono folli . Ma se davvero follia e dissennatezza coincidessero , quei cittadini che risultano dissennati e quindi folli si dovrebbero comportare tutti da folli : dovrebbero andare in giro a percuotere la gente , a distruggere le case ... La premesse non reggono . Socrate dice che il problema va affrontato in un modo diverso , ma simile : prendiamo per esempio gli ammalati . Non è necessario che chi è ammalato lo sia di podagra o di febbre o ancora di oftalmia . Potrebbe soffrire infatti di un'altra malattia ancora : esse , infatti , sono tantissime . Ogni oftalmia é una malattia , ma non per questo ogni malattia è un'oftalmia . Lo stesso vale nel campo dell'artigianato : vi sono calzolai , costruttori , scultori , pittori ... Essi esercitano parti distinte dell'arte e sono tutti artigiani , senza essere però tutti costruttori , nè scultori , nè calzolai ... Socrate dice che proprio così è stata divisa anche la dissennatezza . Pazzi sono quelli che possiedono la parte maggiore di dissennatezza , sciocchi quelli che ne posseggono una parte inferiore . Ma il problema ora é questo : chi sono gli assennati e che i dissennati ? Per Alcibiade assennati sono coloro che sanno cosa si deve fare e dire , dissennati coloro che non sanno nessuna delle due cose . Socrate dice che il punto è che tutti agli dei chiederebbero il bene , o meglio , quello che loro credono essere bene , ma che magari è male : il chiedere di essere tiranno può parere un bene , ma in realtà è un male dannosissimo . I dissennati sono proprio coloro che credono che sia bene ciò che è male . Socrate arriva a dire che per qualcuno è meglio ignorare piuttosto che conoscere . Alcibiade è allibito e non ci crede , ma Socrate gli spiega la questione facendogli un esempio : se dovesse andare a pugnalare un tale e non lo riconoscesse per ignoranza e quindi non lo uccidesse , dunque l'ignoranza non risulterebbe un bene ? Socrate arriva poi a dire che il possesso delle altre scienze senza quella del bene è inutile e addirittura dannosa : gli oratori , ad esempio , consigliano sempre , o perchè sanno consigliare o perchè credono di essere capaci a farlo , a riguardo della guerra o della pace , o della costruzioni di mura o altro . Uno capace di consigliare , ma senza conoscere nè che cosa sia meglio , nè quando sia meglio è senz'altro un dissennato . Tuttavia egli consiglia il peggio pensando di consigliare il meglio . La miglior preghiera che si possa rivolgere agli dei è chiedere loro di darci ciò che è meglio , dice Socrate e poi cita una leggenda secondo la quale una divinità avrebbe preferito alle preghiere degli Ateniesi , che gli fornivano ogni sorta di dono ma che chiedevano il male pensando che fosse bene , quelle degli Spartani , che non gli facevano offerte sontuose come gli Ateniesi , ma che chiedevano al dio il bene . Socrate dice poi ad Alcibiade che occorre che qualcuno gli spieghi come rivolgere esattamente le preghiere agli dei : un pò come Atena tolse la nuvola da davanti agli occhi di Diomede perchè potesse distinguere un dio da un mortale , così dovrà fare quel qualcuno con Alcibiade .