Louis Althusser, nato nel 1918 a Birmandreis, nei pressi di Algeri
(Algeria) e morto nel 1990 a Parigi, utilizza il modello epistemologico di
Bachelard per interpretare la filosofia di Marx. Althusser è stato militante
cattolico prima della guerra; imprigionato in un campo di concentramento in
Germania durante la guerra, si è addottorato in filosofia all'Ecole Normale
Supérieure di Parigi, sotto la guida di Bachelard, nel 1948, anno in cui ha
aderito al partito comunista francese, di cui sarà per molti anni dirigente. Da
allora ha insegnato all'Ecole e composto i suoi scritti più significativi, dalla
raccolta di saggi Per Marx (1965) e Leggere il "Capitale" (1965),
in collaborazione con altri, sino a Lenin e la filosofia (1969),
Elementi di autocritica (1974) e Filosofia e filosofia spontanea degli
scienziati (1974), fino a che, nel 1980, un attacco di follia lo ha portato
a uccidere la moglie e ad essere internato nell'ospedale psichiatrico di Sainte
Anne.
Althusser ha sviluppato la propria posizione (a costituire la quale intervengono sostanziali riferimenti all'epistemologia francese contemporanea e, in particolare, allo strutturalismo) soprattutto in rapporto polemico con l'interpretazione "umanistica" del pensiero di Marx, prevalente in Francia tra gli anni Cinquanta e Sessanta. In questo quadro, e nella prospettiva di una complessa gnoseologia che definisce la conoscenza come "pratica teorica", non solo ha negato l'esistenza di una continuità tra Hegel e Marx (o, più precisamente, tra Hegel e il Marx della maturità), ma ha in generale opposto la scientificità della teoria marxista alla natura ideologica del pensiero borghese e, in particolare, delle posizioni storicistiche.
Althusser ritiene che la storia del movimento operaio in Francia sia
caratterizzato da una mancanza di teoria , la quale ha
condotto a privilegiare l'azione politica, disancorata dalla teoria, o a
riconoscere l'unica forma di conoscenza nel sapere scientifico, sul modello del
positivismo, oppure a interpretare il marxismo come una forma di umanismo,
ravvisandone il nucleo nella dottrina dell'alienazione. Così è avvenuto in
Sartre, ma anche nell'opera di altri marxisti francesi, come Henri Lefehvre
(1901-1979) e Roger Garandy, nato nel 1913 e approdato dopo un periodo di
ortodossia, ad un'interpretazione in chiave umanistica del marxismo, sino ad
aderire all'islamismo, in quanto religione maggiormente libera da dogmi. Ma la
teoria di Marx non è una filosofia dell'uomo come soggetto protagonista della
storia, intesa come sviluppo lineare e continuo verso una meta prestabilita, ma
uno strumento di analisi scientifica. Secondo Althusser, queste interpretazioni
umanistiche del marxismo fanno leva soprattutto sulle opere giovanili di Marx,
ancora legate alla filosofia hegeliana. Richiamandosi a Bachelard, Althusser
sostiene invece che il pensiero di Marx ha esperimentato una vera e propria
rottura epistemologica , rappresentata dalle Tesi su
Feuerbach e dall' Ideologia tedesca . Essa ha prodotto la transizione
del pensiero di Marx dall' ideologia alla scienza: come contemporaneamente ha
sostenuto in Italia Della Volpe, anche per Althusser la maturità del pensiero
marxiano ha il suo culmine nel Capitale . Rispetto ad esso, sul piano
teorico, l'umanismo del giovane Marx rappresenta un ostacolo epistemologico, in
quanto, insistendo unilateralmente sul soggetto, esso non consente di conoscere
la collocazione oggettiva degli uomini nei rapporti di produzione; la rottura
nei confronti di questa posizione umanistica ha permesso la formazione di una
disciplina scientifica nuova. Si tratta, da una parte, del materialismo storico,
ovvero della teoria scientifica della storia, intesa come processo senza
soggetto e senza fini predeterminati, ma mossa dalla lotta alle classi e,
dall'altra, del materialismo dialettico, inteso come epistemologia che riflette
sulla storia del sapere e sui meccanismi della sua produzione. In quest'ultimo
senso, il marxismo si presenta come filosofia o pratica
teorica , dotata di una propria specificità e autonomia rispetto alla
pratica politica e capace di rendere conto della natura della storia, ma anche
delle formazioni teoriche e quindi, anche di se stessa come teoria. La filosofia
come " teoria della pratica teorica " ha, tra l'altro, il compito di
depurare la scienza da ogni intromissione ideologica, che ne infirmi la
scientificità. Lo storicismo, riducendo le scienze e il marxismo stesso a
semplici ideologie e riflessi di rapporti di classe, smarrisce la dimensione
scientifica propria del marxismo e finisce col ridurlo alla scala pratica
politica, sganciata dalla teoria. La rottura epistemologica, operata dal
marxismo nei confronti di Hegel, consiste non soltanto in un rovesciamento, ma
nella trasformazione radicale della dialettica . La
specificità del marxismo scientifico poggia, secondo Althusser, sul
riconoscimento che in ogni processo complesso e nella struttura globale della
società c'è una contraddizione principale , la quale
domina sul resto. Questo significa che " la totalità complessa possiede
l'unità di una struttura articolata a dominante ", ossia non costituita di
elementi semplicemente allineati sullo stesso piano, ma neppure equivalente ad
una essenza metafisica, com'è la totalità hegeliana. Sono queste le
considerazioni che hanno condotto, talvolta, ad avvicinare la filosofia di
Althusser allo strutturalismo. La contraddizione principale, però, secondo
Althusser, pur occupando una posizione dominante, non può sussistere senza
contraddizioni secondarie, che sono la sua condizione di esistenza, così come
essa lo è di queste ultime. In tal modo, viene superata ogni operazione rigida
tra il piano della struttura e quello della sovrastruttura. Ogni modo di
produzione implica sempre anche la riproduzione delle condizioni politiche e
ideologiche che ne assicurano la continuità. La società è una totalità complessa
strutturata, nella quale forze produttive, rapporti di produzione e
sovrastruttura s'intrecciano secondo una struttura a dominante, definita dalla
contraddizione principale, la quale determina l'unità del tutto. A tale
proposito, Althusser riprende dalla psicanalisi il concetto di sovradeterminazione (in francese, surdétermination ) già
usato da Lacan per indicare il fatto che una formazione dell'inconscio, per
esempio il sogno, non può essere spiegata facendo riferimento ad una sola causa,
ma occorre ricondurla ad una pluralità di fattori. Anche la contraddizione
marxiana è sovradeterminata e non si presenta mai in forma pura: la
contraddizione principale tra capitale e lavoro salariato rientra sempre
all'interno di una totalità strutturata di rapporti e di contraddizioni, che ne
qualificano i modi e le variazioni. Perché la contraddizione principale diventi
attiva ed efficace e possa produrre una rivoluzione ,
dando luogo ad una nuova formazione economico-sociale, non basta la sua semplice
esistenza, ma occorre una congiuntura , ovvero
l'accumularsi di circostanze concomitanti. Solo l'analisi scientifica delle
contraddizioni che permeano la totalità sociale in un periodo dato può dunque
determinare il posto e la funzione svolta dalle classi entro tale totalità e la
portata oggettiva della loro azione. A seguito delle critiche mossegli dal
partito comunista francese, Althusser farà poi autocritica e denuncerà queste
sue tesi come " deviazione teoricistica " , suggestionata dallo
strutturalismo, che accentua eccessivamente l'autonomia della teoria e
interpreterà la rottura operata da Marx non in chiave meramente epistemologica,
ma come risultato di una congiuntura politica. Alla filosofia, Althusser tornerà
ad attribuire il compito politico di difendere il materialismo e l'oggettività,
contro lo spiritualismo e l'idealismo, anche nelle sue varianti
strutturalistiche, che rappresentano il pensiero tipico della borghesia,
perpetua nemica del proletariato.