ADRIANO BAUSOLA
A cura di Diego Fusaro
Adriano Bausola nasce a Ovada, in provincia
di Alessandria, il 22 dicembre 1930: si laurea in Filosofia presso l’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove successivamente ottiene la cattedra d
Storia della filosofia nel 1970. Di questo stesso ateneo, dopo essere stato
preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dal 1974 al 1983, divenne rettore,
con l’approvazione di Giovanni Paolo II, fino a 1998. Era succeduto a Giuseppe
Lazzati, che nell’Università Cattolica aveva introdotto gli orientamenti nuovi
del Concilio Vaticano (1962-1965) e le istanze di un tumultuoso cambiamento
culturale e religioso sotto il pontificato di Paolo VI, nel clima di ricerca
degli anni settanta anche per superare lo scontro tra i due mondi contrapposti,
poi scomparsi nel 1989.
Bausola fu scelto perché era un moderato illuminato e dal tratto signorile, con
il compito di raffreddare quei fermenti rivoluzionati che, dopo il Sessantotto,
avevano fatto ingresso anche nell’Università Cattolica creando non pochi
problemi. Si temeva quella “rivoluzione studentesca” che se, da una parte, era
ispirata da orientamenti marxisti e leninisti attraverso l’utopismo estetico di
Herbert Marcuse, dall'altra, in quanto si facevano parte attiva molti cattolici
di sinistra, richiamava l’attenzione di Augusto Del Noce, come del
cardinale-teologo Jean Daniélou, che vedeva nella contestazione giovanile,
sotto la spinta riformatrice del Concilio, la rivolta contro le cause di un
malessere diffuso, a cominciare dagli atenei, di servitù sociali inaccettabili
e, sopratutto, di conflitti assurdi e del pericolo di guerre nucleari. Fu in
quegli anni che si tenne il Convegno ecclesiale su “Evangelizzazione e promozione
umana”, con l’intento di liberare l’associazionismo cattolico dal
collateralismo a sostegno della Democrazia Cristiana. E, tra i relatori, figurò
anche Adriano Bausola, che assunse una posizione mediana tra il vescovo-teologo
Franceschi e padre Bartolomeo Sorge, i quali, per dare una spallata all’intreccio
tra Chiesa e politica a guida DC, definirono l’integralismo cattolico “tarlo del
Vaticano”, sostenuti in quella linea riformatrice e dirompente da molti
intellettuali fra cui Pietro Scoppola e Luciano Pazzaglia.
Per la stessa ragione, Bausola fu chiamato a svolgere una funzione di
moderatore di uno dei cinque ambiti del successivo Convegno ecclesiale, tenutosi
a Loreto nel 1985, su “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”, che
rappresentò un passo indietro, rispetto al precedente, quando fu emarginata la
linea Martini-Ballestrero e quest’ultimo sarà, poi, sostituito alla presidenza
della Cei con il card. Camillo Ruini. Infatti, la svolta si è avuta solo con il
Convegno di Palermo del novembre 1995 quando Papa Woityla affermò che la Chiesa “non intende più far parte di "chieramenti politici o di partito”, segnando la
fine dell'unità dei cattolici.
La ricerca di Bausola, nel campo della fi1osofia morale e dell’etica politica,
si sviluppa in sintonia con la dottrina sociale della Chiesa che ha inteso
servire, prima di tutto, come intellettuale partecipando alle Settimane Sociali
e come rettore dell’Università cattolica nella quale ha introdotto un nuovo
statuto, in sostituzione di quello del fondatore padre Gemelli, potenziandone
la struttura con tre nuove Facoltà ed è sotto il suo rettorato che gli studenti
da 21.300 sono passati ad oltre 40.000. Il suo orizzonte culturale rimane
legato al XX secolo pur avvertendo la complessa problematicità del XXI. Tra le
opere principali di Bausola, meritano di essere ricordate Libertà e
responsabilità (1980) e Natura e progetto dell’uomo (1995). In esse,
con particolare sensibilità per i temi dell’etica e del problema della libertà,
il filosofo piemontese riflette sulla struttura ontologica del comportamento
umano. In tale riflessione, egli si pone sulle orme dell’antico Aristotele e
rivendica una giustificazione razionale dei valori, dedotta dal teorema di Dio
creatore e finalizzatore: una siffatta giustificazione è anche motivata dalla
volontà di contrapporsi allo storicismo in tutte le sue declinazioni (marxiste
quanto idealiste). Sulla base della fondazione metafisica dei valori, vengono
individuate un’etica e un’antropologia, a livello sia individuale sia sociale. A
questo progetto, Bausola lavora soprattutto in Tra etica e politica
(1998) e Le ragioni della libertà. Le ragioni della solidarietà (1998).